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domenica 30 dicembre 2007

HENRY THE EIGHTH

Preambolo
Altra mia grande passione, oltre la letteratura, è la storia, in particolare quella inglese, sempre fosca e spietata, geniale e sanguinaria. Chi, quindi, più di un Riccardo III Plantageneto, un Enrico VIII Tudor e una Elisabetta I, degna figlia del precedente, possono occupare un posto di primordine, come quello, tra i miei interessi, che non sia degno di essere illustrato qui? E’ proprio di uno di loro che voglio trattare in questo rapporto: voglio esporre, infatti, la figura leggendaria del più discusso dei sovrani Tudor, Enrico VIII, un leone del pre-rinascimento, riformatore d’eccezione che diede vita all’assetto religioso-politico dell’Inghilterra contemporanea, che in questo bel libro è affrontato in maniera superlativa e obiettivissima, ma allo stesso tempo divertente e frizzante, dimostrando che la storia può essere anche piacevole raccontata nel modo giusto.

Che cosa può venir mai in mente quando si nomina Enrico VIII?
Le sei mogli di cui due (cugine) decapitate?
Il clamoroso Scisma della Chiesa Anglicana?
La grassezza tronfia e il dispotico egocentrismo?
Enrico VIII non era solo questo.

Enrico VII Tudor era il re che aveva posto termine alla sanguinosa Guerra delle Due Rose, tra le casate pretendenti il trono, i Lancaster, a cui egli apparteneva e gli York a cui apparteneva la moglie Elisabetta.
Enrico VII non temeva di perdere il regno perché con la sua figliolanza si era assicurato la discendenza in linea diretta, avendo ben due figli maschi: Arturo, il maggiore ed erede al trono, ed Enrico, secondogenito destinato alla Chiesa…Sì, sì, avete letto bene, destinato alla Chiesa Romana a cui allora apparteneva ancora l’Inghilterra.

Non voglio qui soffermarmi su ciò che Enrico VIII avrebbe fatto se fosse diventato prelato (e un potente prelato, essendo figlio e fratello di re). Non è questa la sede. Voglio, invece sottolineare che, per giudicare un personaggio tanto discusso, bisogna tener presente anche gli anni di formazione giovanile, gli studi compiuti, ecc., non giudicare solo ciò che è stato e che ha fatto da re.

Enrico VIII
Nato a Greenwich, presso Londra nel 1491 (un anno prima della scoperta dell’America da parte di Colombo e della data ufficiale in cui si riconosce la nascita dell’età moderna), Enrico diede subito prova di essere, al contrario di suo fratello Arturo, un ragazzo intraprendente, ottimo studente, eccellente atleta e musicista. Un principe con tutte le carte in regola per diventare re, sin da ragazzino. Cosa che cominciò a dimostrare a 11 anni quando, nel 1503, dopo la morte del fratello maggiore, divenne erede al trono e fu nominato Principe di Galles; e più tardi, nel 1509, quando divenne re, alla morte del padre, ereditando un ingente tesoro reale e una corona sicura.
Il giovanissimo Enrico era allora benvoluto da tutti, stimato dai nobili e dal popolo, che lo aveva soprannominato “il re ragazzo”. L’Inghilterra aveva, dopo generazioni, per la prima volta, un sovrano riconosciuto da tutti, salito al trono senza contestazioni o ribellioni.
Allora però l’Inghilterra era un regno piuttosto isolato e povero di risorse naturali, niente a che vedere con lo “splendido isolamento” di vittoriana memoria, né era la minima parte della potenza che, solo qualche decennio più tardi, sarebbe divenuta grazie alla seconda regina. A Nord c’era sempre la minaccia scozzese, antica rivale e alleata della Francia, a sua volta, nemica storica dell’Inghilterra, per cui le prime cose a cui provvedere, secondo il novello re, erano proprio queste.

Contornatosi di potenti ministri, come il cardinale Thomas Wolsey e gli Howard, Enrico VIII riuscì in molti dei suoi intenti, compreso quello di sottomettere la Scozia!
E, naturalmente, ora che il giovane Tudor era diventato sovrano a tutti gli effetti, aveva bisogno di una moglie che gli assicurasse la discendenza al trono. E chi meglio della vedova del fratello poteva assolvere tale regale incombenza?

L’11 giugno 1509, a 18 anni, re Enrico sposò la principessa spagnola Caterina d’Aragona, di cinque anni maggiore di lui, a cui era promesso da sette anni, e che lui amava già, corrisposto in segreto, da ben oltre.
Caterina, o Catalina, era l’ultimogenita dei due potenti sovrani spagnoli, Isabella di Castiglia, detta la Cattolica (quella che promosse i viaggi di Cristoforo Colombo) e di Ferdinando d’Aragona, i quali, grazie al loro matrimonio, avevano sancito la definitiva unità della Spagna e assicuratosi uno stato cristiano con la scacciata dei Mori e la coatta conversione al Cristianesimo di costoro e degli Ebrei presenti nel Paese.
In teoria, la vedova di un fratello non era sposabile, secondo la religione, ma Enrico, grazie ad una dispensa papale, riuscì a raggirare l’ostacolo, tanto più che la stessa principessa aveva dichiarato, dopo la morte del primo marito, il principe Arturo, di “esser ancor fanciulla”, cioè illibata, cosa confermata da Enrico stesso, che era solito vantarsi di ciò, anche se anni dopo cercò di far passare per ‘sbruffonate” queste sue affermazioni giovanili, pur di rompere il matrimonio con Caterina a favore di Anna Bolena.
Con questo matrimonio l’Inghilterra si alleò con il re di Spagna, contro la Francia. Infatti, nel 1513, conclusa una vittoriosa campagna contro la Francia, come ritorsione, la Scozia dichiarò guerra all’Inghilterra proprio mentre lui era ancora sulla terraferma.
Il giovane e lungimirante Enrico però, sposando Caterina, aveva visto giusto, perché la principessa spagnola, lasciata come reggente durante la campagna francese, sapeva svolgere bene il suo lavoro. Caterina, dai suoi illustri genitori, aveva ereditato, infatti, l’avvedutezza, il sangue freddo necessario a regnare, pur essendo in tutto e per tutto una donna pre-rinascimentale, timida e graziosa, educata al dovere di essere una buona moglie e una buona madre di tanti figli sani…che non riuscì mai a dare al marito.
Fu proprio questa la causa che allontanò progressivamente Enrico da lei. Pur essendo una donna fertile, Caterina non riuscì mai a dare un erede maschio vivente al re. Molte furono le gravidanze giunte al termine, due delle quali erano addirittura maschi nati vivi, ma o per una debolezza congenita, o perché così era destinato, delle creature che Caterina partorì solo una si salvò e sopravvisse: Maria, la quale successe, poi, al fratellastro Edoardo VI, dopo la morte di costui, e che fu denominata ‘la sanguinaria’, a causa delle feroci persecuzioni degli anglicani a favore del ripristino della Chiesa Cattolica. Ma questa è un’altra storia.


Anna Bolena
Mentre Enrico si dilettava in compagnia delle dame di corte, da una delle quali, Bessie Blount, ebbe perfino avuto un figlio maschio, illegittimo naturalmente (Henry Fitzroy), alle spalle di Caterina, intrecciò l’ennesima relazione (con Maria Bolena) che lo avrebbe portato, in seguito, dritto dritto tra le braccia di colei che sarebbe divenuta la sua seconda moglie: Anna Bolena, sorella della prima.
Maria era stata allontanata dal talamo reale a causa della gravidanza che stava portando a termine. Pare anzi che il figlio nato, un maschio, fosse proprio di re Enrico e non di suo marito William Carey, al quale bambino fu poi dato proprio il nome del re.
Era usanza dell’epoca isolare le puerpere, presenti a corte, in un appartamento apposito da cui sarebbero venute fuori solo dopo il parto. E’ proprio durante questa gravidanza di Maria che si fece avanti Anna, sempre spronata dai potenti familiari Bolena e Howard.
Anna, fingendo ravvedimento e maturità, una volta entrata nelle grazie del re, per rivalità con la sorella, per sete di potere e per una naturale malizia, riuscì nell’intento di scacciare la legittima regina, Caterina d’Aragona, dopo vent’anni di felice matrimonio, farsi sposare da Enrico e arrivare alla massima carica femminile dell’epoca, nell’isola: sovrana d’Inghilterra.
Tutto il resto è vicenda nota.

Il divorzio da Caterina; la scomunica del Papa con la conseguente fondazione della Chiesa Anglicana (Atto di Supremazia, 1533) e tutta la serie di mogli decapitate o ripudiate, per non aggiungere le esecuzioni capitali di numerosi membri della corte, compreso il fratello di Maria e Anna, Gorge, accusato di alto tradimento e sodomia. Per non parlare di politici eccellenti, come il grande umanista Thomas Moore, che si era dichiarato contro il divorzio da Caterina, oltre che apertamente rifiutato di riconoscere, nella stessa persona di Enrico, il capo dello Stato e il capo della Chiesa, e il cardinale John Fisher. Lo stesso Enrico che tra il 1511 e il 1513 aveva aderito alla Lega Santa col papato contro la Francia e che, nel 1521, confutò con vigore e abilità, a favore della Chiesa Cattolica, le dottrine luterane con la “Assertio septem sacramentorum”, meritandosi i titoli di Defensor Fidei e Principe della Cristianità.
Enrico che, pur divenendo sempre più autoritario, non fu mai un tiranno, poiché governò più con la persuasione che con la prepotenza e il terrore.
Quanto si era accanita la sorte contro di lui.
Il destino politico di questo sovrano è sempre stato strettamente legato alle vicissitudini sentimentali a causa della preoccupazione che lo assillava, continuamente, per il futuro della dinastia, esigenza che lo portò ad agire con leggerezza nei confronti della seconda moglie, quando ordinò la sua decapitazione, sempre per alto tradimento…una regina che veniva decapitata per ordine del proprio marito, era la prima volta che accadeva! Ma ciò era giusto per far posto alla terza che aspettava in sordina il suo turno: Jane Seymour fu l’unica dell’intero “corpo di ballo muliebre” tudoriano ad avere la fortuna di dare al re un figlio maschio vivente che le sopravvisse, perché lei morì poco dopo aver dato alla luce il futuro Edoardo VI.
Certo non si può negare che Enrico VIII non fosse un uomo dal robusto temperamento passionale, lo dimostrano le numerose amanti a corte e le successive donzelle su cui metteva gli occhi ogni volta che era libero di riammogliarsi, ne è testimonianza il quarto matrimonio con Catherine Howard, cugina di Anna Bolena, la quale a soli 19 anni subì la medesima sorte della parente, sempre per lo stesso motivo. Ma la causa era sempre la stessa: la discendenza.
L’ultima moglie, Catherine Parr, togliendo Anna di Cleves, la principessa tedesca brutta come il debito, ripudiata quasi immediatamente dopo il matrimonio, fu per Enrico VIII più una compagnia per le sue stanche membra che per il tarlo fisso dell’erede. Il re, ingrassato fino all’inverosimile, era solito, infatti, giacere su un divano o sul trono, quando ormai la salute lo aveva abbandonato quasi del tutto, lasciando la gamba gottosa in grembo alla rginae, che gliela “custodiva” amorevolmente quasi fosse una reliquia. Tutto ciò fino alla morte nel 1547.


Dell’Enrico politico possiamo tranquillamente dire, che l’eterno contrasto con la Francia, stimolò le ambizioni europee della monarchia a favore di una vera e propria potenza marittima inglese. E non appare dunque esagerato ammettere che fu proprio Enrico VIII il fondatore di questa potenza.
Gli ultimi anni di regno di re Enrico furono caratterizzati da una progressiva evoluzione religiosa, (nella quale riapparve la tendenza protestante), economica e sociale.
I beni ecclesiastici erano stati venduti a nobili e borghesi, promuovendo per la prima volta un interessante sviluppo industriale. Ma lo sconvolgimento nei rapporti delle proprietà terriere e della diffusione delle enclosures (le recinzioni di terreni che la Chiesa lasciava usare ai contadini per il pascolo delle bestie e le piccole coltivazioni, in cambio di poco o di niente) fece scattare un inasprimento del fisco, che pesò notevolmente su questa categoria da sempre più svantaggiata, provocando uno squilibrio sociale e finanziario che più tardi si riflesse sul successivo sviluppo della storia d’Inghilterra.


Il mio punto di vista
Di fronte a questa figura così complessa di uomo prima e di sovrano poi, secondo me, non si può non provare pietà. Vittorioso nella vita pubblica e fallito nella vita privata. Enrico che amava pazzamente la vita aveva tanto a cuore una sola cosa: la discendenza.
Negata.
Egli che per vedersi assicurato un erede maschio non aveva esitato a rompere un matrimonio ventennale per un capriccio (ma anche per un erede, visto che Anna Bolena era più giovane), il quale, per ironia della sorte, si era rivelato anch’esso fallimentare.
La rabbia, l’impotenza e il dolore mai rassegnatosi di uomo e di re, lo avevano addirittura condotto a dichiarare bastarde le due figlie maggiori, Maria ed Elisabetta, le quali sopravvissero molti anni più del fratello Edoardo.

Il destino, a mio avviso, con questo memorabile sovrano non è stato clemente.
Innovatore fino alla fine, perfino sul letto di morte, volle introdurre l’ultima grande novità del suo lungo regno, nominando primo erede l’unico figlio maschio Edoardo, seconda Maria, terza Elisabetta: per la prima volta nella storia reale inglese si prevedeva al trono, anche la discendenza della prole femminile.
La grande novità stava proprio in questo. E’ da allora che in Inghilterra i monarchi non si sono più preoccupati di avere a tutti i costi eredi maschi, perché in assenza di un maschio, il trono va tranquillamente alla prima femmina nata.
Ecco così Maria I ed Elisabetta I Tudor; Vittoria di Hannover; Elisabetta II di Windsor, regina vivente e primogenita di Giorgio VI … Chissà quante altre regine vedrà ancora il Regno Unito!

Tornando a Enrico VIII, il paradosso è stato che proprio Elisabetta, la figlia della strega Anna Bolena, fu quella che raccolse la piena eredità paterna.
Ritratto al femminile di suo padre, Elisabetta Tudor, “la regina vergine”, come amava definirsi, salita al trono a 25 anni, una femmina, fu l’unica degna erede del grande re, che passò alla storia come la più grande regina che l’Inghilterra abbia mai avuto finora.

Bibliografia

1) L'altra donna del re (Philippa Gregory); ed. Sperling & Kupfer 2005
2) Il re e il suo giullare (Margaret George) ed. Tea 2 1995
3) Le sei mogli di Enrico VIII (Antonia Fraser) Oscar Mondadori 1999
4) Maria, la sanguinaria (Carolly Erickson) Oscar Mondadori 2002
5) Elisabetta d'Inghilterra. Una donna al potere (Dara Kotnik) ed. Rusconi 1984.

6) Enrico VIII. Genio e dissolutezza (Dara Kotnik), ed Rusconi 1995

23 commenti:

  1. Ciao Lena , non preoccuparti che un po' alla volta riuscirai a darci il massimo ,,,,,per me vai bene anche cosi'. Approffitto per augurarti un felice Anno Nuovo.
    Un bacione Gy

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  2. ciao anchio ti ho aggiunta qui:
    metti insieme il link

    http://scambiolinks.blogspot.com/
    2007/11/blog-di-opinioni.html

    no la statua era un altra in piazza ponte rosso
    no non era caduta la linea sono io che ho il controllo dei messaggi e prima devo approvarli, non si sa mai che arrivi qualche pazzo

    beh forse ti farò un pò felice se ti dico che conosco tutti i grandi scrittori di trieste...a cominciare dal defunto voghera e per finire con magris...vedi mio padre come hobby scrive e quindi gli conosce tutti, mio padre ha scritto un libro sul caffe san marco come punto d'incontro di scrittori e poeti, difatti io le domeniche le passavo li con loro

    tu insegni lettere immagino...?

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  3. Ciao Lena , ti lascio qui i miei auguri di Buon Anno a te e famiglia...che il 2008 sia pieno di cose belle per te e che i tuoi desideri si possano realizzare.
    Ti abbraccio forte ..un bacione Gisella

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  4. ciao lena.grazie per la visita.ti vado a linkare .cosa mi stavi chiedendo.se ero iscritto dove?perchè ti sei dimenticata di scriverlo.ciao.

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  5. ciao Lena non conoscevo il tuo blog lo trovo molto interessante verrò a trovarti ancora... auguri per un felice 2008 by Sabrina!

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  6. purtroppo con mio padre è difficile, non mi parlo con lui da anni...a dir il vero ci siam frequentati molto poco, molti dei suoi amici manco sanno che io esisto...le statue non lo so di chi sono.. non mi sono mai preoccupata..ho visto l'ora del messaggio, ma sei a casa? io ho influenza allo stomaco, sono stata in chat allora
    di blog ne ho 3, critikona, uno per lo spagnolo e uno x lo scambio links, metto li i links dove faccio lo scambio

    http://scambiolinks.blogspot.com/
    2007/11/blog-di-opinioni.html

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  7. ps io ora potrei riavere il titolo e i beni che ci han fregato durante la guerra civile spagnola ma nn ho soldi x scendere in spagna e iniziare le pratiche...

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  8. ciao lena tanti auguri!

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  9. Ciao, accidenti che post! Complimenti, sei bravissima.

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  10. Ciao Lena , il paiolo è l'aggeggio per cuocere la polenta!...quello per cuocere la piadina si chiama testo...ok ho capito ....vuol dire che quando capiti qui...ti regalo piadine e testo.....grazie dei tuoi sempre passaggi...quando torni a casa ???......un bacione

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  11. ciao, il blog delle gemelline non è di laura ma di luca7373 di ciao, che sono poi io. ciaooooooooo

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  12. no, non sono il papà. Laura l'ho "conosciuta" grazie al blog perchè mi lascia sempre tanti commenti carini, ma non la conosco. :D

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  13. Ciao Lena...Buon Anno..., ...per questi post così lunghi io ho scelto un modello a pagina piena... - Personalizza... Scegli modello .... e io ho scelto il modello Sand Dollar (il penultimo)...e poi l'ho modificato secondo i miei gusti... cambiando colori e inserendo nuovi elementi...prova e riprova...e se vuoi tu puoi fare lo stesso senza perdere niente..se non un po' di temo...dato che a te non manca... , ..un baciuone...mandi mandi ...Loris...

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  14. Buongiorno Lena... , ....in alto a destra clicca....Personalizza... , poi clicca su..Caratterri e colori..., e lì cerca E PROVA LE VARIE COMBINAZIONI CHE PIù TI AGGRADANO...SELEZIONANDO OGNI VOCE...E POI SALVA IL TUTTO..... , ...poi ...sempre nella pagina Personalizza...se vuoi puoi inserire ...Elementi pagina... ..., ...mandi mandi

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  15. Ciao Lena ..ma quanto scrivi !! sempre brava , comunque.un abbracccio....

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  16. Oh, mi sono accorta adesso che la Laura cui si faceva riferimento del blog delle gemelline sono io....ah ah ah, mi piacerebbe averne ancora ma non sono mie... Le mie gemelline pestifere hanno 4 anni. Ciao.

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  17. Ma quando studi se lavori e poi scrivi così tanto?
    Bravissima, dovresti essere ricevuta dalla Queen attuale!
    Sai ho un'amica che va pazza per la casa reale inglese e il suo sogno è conoscere da vicino la regina. Fin da quando era piccola ed ora ha la mia età! Pensa che sogno....io preferisco ....Non lo dico! Ciao complimenti acora!

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  18. Enrico VIII è vissuto in un'epoca che non poteva ancora apprezzare il suo talento e le sue idee innovative.Post piacevole da leggere, brava Lena. Rosalba

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