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domenica 6 marzo 2011

L' SOS di Gaia

L'11 gennaio 2010, ho sostenuto l'esame di Scienze della Terra, il cui programma spaziava dall'astronomia alla geologia, dalla fisica alla matematica, e ho avuto modo di conoscere un bellissimo libro scritto da un naturalista americano, Paul Krafel, che mi ha incuriosita e appassionata parecchio, tanto da convincermi a proporre una recensione, dopo un'altra lunga pausa di silenzio.
Inizialmente, a dire il vero, ero piuttosto reticente, perché il libro che sto per descrivere è di un'estrema semplicità... solo apparente: dietro le umili e lineari descrizioni, ci sono il rigore scientifico e l'appassionante esperienza di questo temerario personaggio qual è Paul Krafel.


SILLABARIO DELLA NATURA
Perchè l'autore, Paul Krafel, ha voluto scrivere un libro così particolare, che in inglese -lingua originale- era intitolato: SEEING NATURE – DELIBERATE ENCOUNTERS WITH THE VISIBLE WORLD.
Chi è Paul Krafel e cosa propugna in ques
to suo libro così particolare?
Prima di passare alla descrizione effettiva dell'opera, è opportuno spendere qualche parola introduttiva.


SILLABARIO DELLA NATURA è il titolo usato dalla casa editrice italiana, la Blu Edizioni, nel 2004, anno di pubblicazione dell'opera di Krafel in Italia.
Il libro era già stato scritto nel 1994 dall'autore, che lo stese di getto, ispirato e folgorato da un'interessante teoria scientifica: l'IPOTESI GAIA di James Lovelock.
Inizialmente scritto solo seguendo il proprio istinto, confidando nel tempo e nella circolazione volontaria dei lettori a lui più vicini, l'autore non trovò di meglio che pubblicarlo a proprie spese: nell'introduzione a pag. 1, infatti, Krafel spiega che, quando lo scrisse sapeva che "non sarebbe stato semplice pubblicarlo: era troppo sommesso e difficile da classificare".

Dopo la pubblicazione, quindi, l'autore lo spedì a 40 persone, le quali, secondo la propria conoscenza, sapeva, lo avrebbero gradito. Infatti, molte di queste comprarono diverse copie che distribuirono in regalo ad amici, i quali, a loro volta, ripeterono il gesto. Il libro iniziò così a diffondersi - seppur in modo inizialmente molto discreto -, in un numero di copie 30 volte superiore al previsto. Fino a quando Barbara Damrosch non lo propose ad una casa editrice, che, dopo un'iniziale empasse, perché non si sapeva, appunto, in quale categoria inserirlo, si decise a commercializzarlo e divulgarlo, arricchendolo con graziose illustrazioni di animaletti gentili come rondini e passerotti, conservate anche nell'edizione italiana SILLABARIO DELLA NATURA.


CHI È PAUL KRAFEL
Paul Krafel
, l'autore, è stato per anni ranger e naturalista al National Park Service, oltre ad aver collaborato con il Carter House Natural Science Museum, in California, esperienze, queste, che lo costrinsero a vivere a stretto contatto con la natura più selvaggia e solitaria e che gli fecero maturare un profondo interesse per le origini e le evoluzioni della Terra e del ciclo vitale, geologicamente e astronomicamente.
Per studiare certi fenomeni Krafel ha visitato luoghi magici e indescrivibili come gli irraggiungibili Sand ed Aspen Canyons, in cui, per osservarli, è stato costretto a trattenersi a lungo e completamente solo, tranne in alcuni casi, in cui era accompagnato dalla moglie Alysia, sua valida sostenitrice, oltre che competente collaboratrice, in particolar modo, nel progetto in seguito abbracciato.
L'interesse di Krafel per il ciclo vitale, da buon naturalista qualificato in una valida università degli USA, lo ha spinto ad interessarsi vivamente alle origini e ciò che ha causato i fenomeni fisici e geologici del pianeta su cui viviamo, visibili agli occhi di ognuno. Per questo ha rivolto il suo interesse alla famosa quanto discussa -ma ora accettata- Ipotesi Gaia, teorizzata da James Lovelock e Lynn Margulis, che in Italia è esposta nel volume di Lovelock intitolato Manuale Di Medicina Planetaria (Zanichelli, Bologna).


CHE COS'È L'IPOTESI GAIA
Risale al 1972 la prima introduzione del concetto di Ipotesi Gaia teorizzato da Lovelock e dalla biologa Lynn Margulis.
La Margulis era già nota per la sua teoria dei cinque regni degli esseri viventi, la famosa classificazione che ha successivamente condizionato favorevolmente tutti gli studi scientifici sulla biologia, ma la biologa veniva ricordata, in particolar modo, soprattutto perché riteneva la cellula eucariote frutto di simbiosi tra più cellule procariote, poiché, secondo questa concezione "la vita o la biosfera, regola o mantiene il clima e la composizione atmosferica ad uno stato per sé attuale" (L. Margulis).
Come già, in passato, aveva teorizzato Hutton, la Margulis vede il pianeta Terra come un superorganismo.

L'affermazione (sopra riportata) della Terra come un superoganismo, è solo una metafora che gli autori Lovelock e Margulis adottarono a mo' di modello, da provarsi, prima di tutto, scientificamente. Ecco perché il biologo che c'è in Lovelock lo portò a parlare di una fisiologia e una medicina planetaria, mentre dalla fisiologia mutuò il concetto di OMEOSTASI applicato al pianeta Terra.
L'omeostasi è una caratteristica tipica degli organismi viventi e consiste nella capacità di questi di mantenere costante il loro ambiente interno, anche in presenza di variazioni nell'ambiente esterno. In pratica, la nostra temperatura corporea si autoregola se abbiamo ormoni in numero sufficiente per riscaldarci.

L'Ipotesi Gaia portò una ventata di novità nel periodo in cui fu proposta, perché dopo un lungo arco di tempo, durante cui tutto il sapere geologico era stato spezzettato, proponeva una teoria del pianeta Terra come sistema complesso e integrato da cinque componenti fondamentali: litosfera, idrosfera, criosfera, atmosfera e biosfera, al cui interno e nel suo insieme, presentano evidenti caratteristiche di omeostasi e auto-organizzazione.
Questo sistema ha alle spalle una lunga storia evolutiva, mai predeterminata, costellata da catastrofi e una cieca autonomia, che ha portato questo sistema a pensare solo a sé stesso, al fine di mantenersi in buona salute e in funzione dei suoi sottosistemi, mostrandosi, quindi, come un essere dotato di larga autoreferenzialità. È previsto, per cui nell'Ipotesi Gaia, uno stretto legame tra mondo dei viventi e quello dei non viventi, che si realizza mediante un feed-back negativo, indispensabile per mantenere la stabilità (Lovelock, 1991).
Secondo questa teoria, dunque, l'evoluzione si realizza per mezzo di trasformazioni (lente) e di catastrofi, le quali diversificano, in modo rapido, il risultato dell'effetto.
È qui evidente l'interazione delle parti al fine di ottenere qualcosa. Infatti, nel modello di Lovelock, esseri viventi e non viventi, grazie ad un concatenato sistema di feed-back, che li accompagna, riescono a mantenere un equilibrio stabile nella biosfera, garante del continuo alternarsi del ciclo vitale: alla vita succede la morte e così via.
Il nome Gaia è, appunto, scelto da Lovelock per rappresentare questo ciclo di alternanza: Gaia, nell'antica Grecia, era la dea della Terra. E la Terra, come pianeta, insieme alla vita, forma un'unica entità vivente!

Molto tempo fa, narra Krafel a pag. 165, i raggi ultravioletti rendevano impossibile la vita sulla Terra, la quale, al contrario, era invece feconda sott'acqua dove si riproducevano ossigeno e piante.
L'ossigeno, a sua volta, essendo in grado di diffondersi anche oltre la barriera dell'acqua, cioè nell'atmosfera, aumentando sempre più in quantità, iniziò a creare lo strato dell'ozono, magico gas in grado di filtrare una parte delle radiazioni. Pertanto, la vita, non necessitando più di tanta acqua, invase la vicina superficie, dove misero radici piante di diverso tipo, che accrescevano e aumentavano l'ozono, il quale contrastava il passaggio dei raggi ultravioletti, permettendo alla vita di espandersi sempre più oltre.

"Tale spirale di cambiamento, scrive Krafel a pag. 166, "alla fine rese possibile la vita
sulla Terra". E la spirale di cambiamento, per lui, non può che chiamarsi Gaia. Perché se una specie vivente consuma più di quanto il pianeta sia in grado di ricreare, il suo ambiente s'impoverirà e questa specie, a lungo andare, non sopravviverà e si estinguerà, alimentando quella che l'autore definisce Spirale Discendente.


SI PUÒ PORRE RIMEDIO?
Gaia, la cui vita è ora messa continuamente e seriamente a repentaglio dall'inquinamento e dallo sfruttamento selvaggio e scriteriato dell'uomo; Gaia, da cui egli ha ricevuto la vita, secondo Krafel può essere salvata.
Come? In due modi semplici e alla portata di tutti:

1) o riducendo al minimo i consumi e rallentando, conseguentemente, il flusso discendente;

2) o utilizzando le risorse di cui si è già in possesso, al fine di produrne altre, invertendo, in questo modo, il flusso discendente.

Il cambiamento è, quindi, possibile, secondo Krafel, partendo proprio dalle azioni più piccole, perché sono queste che, una volta accumulatesi, acquistano una rilevanza tale da produrre effetti evidenti. Questi effetti, se armonizzati, non possono fare altro che aumentare il benessere della persona e l'accrescimento della personale soddisfazione senza, perciò, ledere quella altrui.
E' chiara, qui, la proposta di uno sviluppo sostenibile, da parte di Krafel, che mira alla cooperazione tra famiglie, governo ed economia, cioè il mercato, collaborazione auspicata anche dalla Carta della Terra, redatta dall'ONU per sancire i principi comuni e le linee guida del futuro del pianeta.


Il SILLABARIO DELLA NATURA è chiaramente un libro ecologista - oltre che pieno di suggerimenti a favore del benessere di tutti gli esseri viventi, il quale, grazie al suo linguaggio semplice e chiaro, si legge volentieri e velocemente.
Inoltre, sono presenti moltissimi esempi tratti dalle esperienze svolte dall'autore, che, in modo veloce e diretto, immettono il lettore nella condizione di comprendere subito il concetto a cui fanno riferimento, oltre ad essersi svolte in luoghi unici e selvaggi, alcuni dei quali di fama mondiale, che fanno da gradevole cornice a rigorose teorie scientifiche, spiegate in un apparente e innocente linguaggio in grado di far capire, fin nel più profondo, il significato cui vogliono alludere.
Eccovene qui, in esempio, qualche pagina.


VIVERE NELL'IGNOTO (pagg. 16-18)
"Una sera vidi la Terra girare. Avevo sempre visto il Sole tramontare dietro un orizzonte fisso . Quando invece vidi il Sole fisso, era il mio orizzonte che sorgeva verso il Sole. Nella prima prospettiva è il Sole che si muove. Nella seconda è il mio mondo. I miei occhi vedono la stessa cosa: lo spazio tra il sole e l'orizzonte che si stringe sempre di più. Ma che cos'è che si muove? La mia mente deve presupporre qualcosa. Cambiare quel presupposto significa cambiare il mondo che vedo. Cercai di insrgnare la mia nuova visione del tramonto a due ragazzini, ma loro vedevano già la Terra che ci allontanava dal Sole spingendoci all'indietro. Si divertivano a esagerare l'effetto della spinta inclinandosi mentre guardavano l'orizzonte sollevarsi davanti al Sole. Forse anch'io, quand'ero bambino, vedevo la Terra girare e spingermi all'indietro . L'espressione tramonto del Sole ha però condizionato le mie percezioni e ho cominciato a vedere il Sole abbassarsi anziché me stesso allontanarmi dal Sole. Diventiamo quello in cui ci esercitiamo e io mi sono esercitato a vivere su un Pianeta immobile e passivo, dove i cambiamenti avvenivano lontano dal mio mondo. Nella maggior parte dei tramonti della mia vita ho guardato soltanto i colori spettacolari sopra l'orizzonte occidentale. Ma questa sensazione di cadere all'indietro mi ha spinto a voltarmi per osservare dentro cosa stavo cadendo. Nel cielo rosa a oriente, subito dopo il tramonto, sull'orizzonte sorge una purpurea oscurità. E' l'ombra della Terra che irrompe nell'atmosfera. Non avevo mai notato che la Terra, come ogni altro oggetto esposto alla luce solare, proietta un'ombra. L'ombra sorge sull'orizzonte orientale alla stessa velocità con cui il Sole “tramonta” dietro quello occidentale... Il tramonto del Sole è il momento in cui vengo inghiottito dall'ombra. Gli alberi, gli edifici alti e le montagne sopra di me splendono ancora nella luce dorata del Sole perché si elevano al di sopra dell'ombra, ma anche loro presto vi discenderanno. Anche il cielo sopra di me si sta trasformando in ombra, ma poiché l'atmosfera si estende verso l'alto per chilometri, il suo passaggio alla notte richiederà molto tempo. La nostra densa atmosfera diffonde buona parte della luce solare che la attraversa. Questa luce diffusa forma una risplendente nebbia di luce blu che noi vediamo come un cielo azzurro . (Sulla Luna, che non ha atmosfera, il cielo del giorno è nero come quello della notte). Gli strati più bassi dell'atmosfera, passando nell'ombra, perdono la loro lucentezza blu. Quelli più alti sono ancora immersi nella luce solare sovrastante, ma sono anche meno densi e riflettono solo una minuscola frazione della luce che li attraversa. Lo splendente azzurro del cielo diurno indietreggia fino a un blu ardente, più distante, abbastanza trasparente da permetterci di vedere le stelle. Alla fine di tutta l'atmosfera sopra di me entra nell'ombra. La luce del Sole scorre ancora sopra la mia testa, ma passa a centinaia di km dall'atmosfera e non viene riflessa fino ai miei occhi. La nebbia azzurra del giorno si disperde e riesco a vedere il nero eterno dello spazio. Guardare l'atmosfera che cambia scendendo nell'ombra fa della notte più di un semplice tempo. La notte è un luogo. La notte è un viaggio. La notte è un passaggio lento e rotatorio attraverso un'ombra che scorre costantemente allontanandosi dal Sole. Il sorgere del Sole è il nostro emergere dall'altra parte dell'ombra. Il cambiamento è in corso proprio sotto i miei piedi. Lo spazio non è lontano; vivo nello spazio. Come cambierebbe la nostra cultura se ci abituassimo a osservare la Terra che ruota, cosicché ogni volta che il Sole tramonta e sorge ci rammenti che viviamo su un Pianeta rotondo, che gira, e quindi non è infinito? Ci servono espressioni migliori di tramonto del Sole e sorgere del Sole. Se ve ne vengono in mente di più belle e precise, per favore fatemelo sapere". (pagg. 16-19).


LEGGERE O NO ALLORA QUEST'OPERA 'NATURALISTA' DI PAUL KRAFEL?
Assolutamente SI, rispondo io!
E' in pagine come queste che fa capolino, con un'apparente semplicità di linguaggio, il rigore scientifico di certi fenomeni come la Rotazione e la Rivoluzione della nostra Terra, giusto per fare un esempio. Ma di descrizioni ancor più accattivanti della precedente ne è pieno il libro. Per questo, cari lettori, vi confido che, tempo dopo aver sostenuto l'esame, non contenta, ho comperato un'altra copia da regalare alla mia amica Franca, grande ed illuminata mente, che ha gradito molto tale lettura per il suo compleanno ferragostano, poiché, conoscendola bene, sapevo già che lo avrebbe gradito e saputo apprezzare nel modo più adeguato, cosa effettivamente avvenuta.

E voi lo leggerete e regalerete come voleva Krafel?


CENNI BIOGRAFICI SU PAUL KRAFEL
Attualmente Paul Krafel vive a Cottonwood, in California, con la moglie Alysia e le due figlie.
Con Alysia ha fondato Chrysalis, una scuola in cui si privilegiano gli studi naturalistici e dove tuttora insegna.

Questo è il suo sito web dove è possibile apprendere notizie sulla sua vita e sulle sue affascinanti scoperte, oltre a saperne di più sulla sua scuola speciale:

http://www.chrysalischarterschool.com/Paul/index.html

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"Provo un'umile gratitudine verso la vita che mi ha preceduto e quella che mi circonda" (pag. 167).

12 commenti:

  1. Non ho dubbi che il Pianeta Terra sia un superorganismo. E' fatta degli stessi atomi di cui sono fatta io... Purtroppo, gli esseri umani si sono sempre più allontanati dai ritmi naturali, non sanno più fare fronte alle normali manifestazioni dell'attività del pianeta o, in certi casi, li hanno alterati. Ma c'è sempre chi ci ricorda "da dove veniamo" e "dove stiamo andando". Per fortuna... E spero che la maggiore presa di coscienza dia i suoi frutti, presto. Grazie per questa segnalazione! (è sempre un piacere leggerti!)

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  2. .......mesi fa non riuscivo a lasciarti i miei saluti per un virus che mi bloccava l'accesso al tuo blog. Lo faccio ora ;)......

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  3. Ciao Romano, felice di ritrovarti. Tra qualche mese tornerò attivamente qui, perchè terminerò finalmente l'università. Spero riuscirai a passare ancora da queste parti, senza virus! Ciao e a presto. ^__^

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  4. Gaia... come una delle mie piccoline. La tua recensione è bellissima, questo libro ho visto che si trova anche nel nostro sistema bibliotecario. Evvai! ;-). Buon week-end

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  5. eccomi, ma è tantissimo che non scrivi più....lo so lo so, sei superimpegnata ed effettivamente tenere un blog porta via un bel po' di tempo...ma spero che ricomincerai presto a deliziarci con i tuoi sempre ottimi scritti...intanto pian piano darò un'occhiata a quello che hai fatto finora...a presto

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  6. Benvenuta nel mio blog ^_^ Non pubblico più, per il momento, perchè non ho proprio il tempo materiale per venire a scervellarmi anche qui. Conto però di riprendere appena mi libererò di ciò che sai.
    Un abbraccio e grazie x la visita

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  7. ...chi non muore......... ed eccomi qui......

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  8. ciao Loris, bentornato da queste parti. Spero di poter riprendere dopo che sarà tutto finito quest'ambaradan.
    Intanto, grazie per esser passato. A presto. ^__^

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  9. Eccomi. :D Ma come fai a scrivere sempre poemi e a non trovare tempo per noi? :P

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  10. ciao Rosà, ma non hai visto la data di questo post? Sai da quando è pronto, per l'esattezza? Dal febbraio 2010. Pubblicato un anno dopo proprio per mancanza di tempo!

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