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sabato 13 ottobre 2012

Il fenomeno editoriale del 2011: Il Linguaggio Segreto dei Fiori (Vanessa Diffenbaugh)


Seppi dell'esistenza di questo libro, grazie alla rivista letteraria Il Libraio, del gruppo editoriale Mauri-Spagnol. Era maggio 2011.
In quel numero venne perfino pubblicato un estratto, al centro della rivista, accanto a cui vi era la recensione che presentava questo clamoroso caso editoriale.
Letto l'estratto sull'inserto, mi ripromisi di procurarmi il volume, pur non essendomi entusiasmata in modo particolare. Così, quando mi capitò l'occasione, nel luglio 2011, volai a comprarlo più per curiosità che per genuino interesse.
La particolarità di questo libro era, inoltre, in armonia con il titolo e l'argomento trattato: la scelta di un fiore preciso, tra quattro diversi, riportati in copertina. La foto, cioè, era sì la stessa per tutti, il volto, in primo piano, di una ragazza dai capelli scuri, che regge un'istantanea, ma è il soggetto dell'istantanea che cambia ben quattro volte nelle copie delle copertine immesse in commercio:

la rosa, sinonimo di grazia ed eleganza,

la buganvillea, sinonimo di passione,

la gerbera, sinonimo di allegria,

la camomilla, sinonimo di forza nelle difficoltà.

A seconda dei gusti del cliente che l'acquistava, ogni volume de IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI FIORI riportava un fiore diverso, che il lettore, che sceglieva in base al proprio sentire.
Io ho scelto la rosa, perché è da sempre il fiore con cui mi sento in sintonia, anche perché non conoscevo, al momento dell'acquisto, il significato dei fiori, altrimenti mi sarebbe andato benissimo, oltre alla rosa, anche la camomilla.



DI COSA PARLA “IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI FIORI”

È la storia di Victoria, una diciottenne senza radici, figlia di chissà chi, abbandonata nella culla, la quale, durante l'infanzia, viene portata di famiglia in famiglia adottante, senza mai restare per sempre: tutti si lamentano di lei, che non ne fa una giusta; che è troppo aggressiva e litigiosa; ma, soprattutto, che è proprio una selvaggia, un'indomabile creatura che non si piega a nessuna forma di affetto... fino a che non incontra Elizabeth, la donna che la capirà all'istante, perché è come lei: selvaggia, indomabile, disadattata e restia ad ogni forma di affetto... tranne che per i fiori.

A contatto con Elizabeth, Victoria passerà gli unici pochi mesi sereni della sua infanzia. Dopo di che, per gelosia nei confronti della sorella maggiore della madre adottiva, la combinerà grossa e sarà portata via, ancora una volta, da Meredith, l'assistente sociale.
Ed è sempre grazie ad Elizabeth che Victoria apprenderà l'arte e il gusto dei fiori, il loro linguaggio segreto, che la condurrà, anni dopo, all'appuntamento col destino.



QUALCHE PARTICOLARE

Senza rivelare oltre le vicende del romanzo, è giusto inserire almeno qualche particolare della vita fuori dell'orfanotrofio dell'asociale protagonista, per far intender meglio il personaggio.

Dopo aver deluso, ancora una volta, Meredith, non avendo più diritto ad alcun asilo, appena maggiorenne, Victoria incomincia a condurre una vita da barbona: dorme nei giardini pubblici di Potrero Hill, a San Francisco, dove coltiva, in segreto, il suo giardino personale, con diversi tipi di fiori, i cui significati sono per lei l'unico mezzo di comunicazione emotiva.
La sua dura vita, il suo senso di fallimento – a cui però non si è mai davvero rassegnata -, ma anche la lotta per la sopravvivenza, la spingono a cercare un escamotage qualunque, pur di provare a sé stessa e agli altri (anche se non sa chi siano), che non è davvero ciò che appare.
L'occasione si presenta sotto forma di aiuto part time di una fiorista russa, Renata, molto rinomata nella zona, che le dà lavoro nei fine settimana. E lei, Victoria, pur di essere vicino ai suoi amati fiori, fa di tutto per non lasciarsi sfuggire l'occasione.
Entrata nella fiducia della sua datrice di lavoro, si trasferisce in una stanzetta in soffitto, dalle pareti e la moquette tutte blu, ma senza alcuna finestra, alla quale, non per questo, Victoria si affezionerà morbosamente. L'unica fonte di luce è lì una semplice lampadina elettrica.
È la prima volta che Victoria ha una casa, una sua vita, una sua abitazione, la quale, per quanto angusta sia, è orgogliosa di mantenere pagando l'affitto, in condivisione con la cantante Natalya, sorella minore di Renata.


A San Franciso, insomma, Victoria, col tempo, è diventata una vera celebrità, in campo di ornamenti e addobbi di fiori e piante, organizzazione di matrimoni e feste, grazie al suo fiuto per il fiore giusto per ogni occasione: la sua conoscenza del linguaggio segreto dei fiori la fa preferire da tutti. Il suo acume, la sua scelta sempre azzeccata e la sua creatività la porteranno in auge a tal punto che, finirà per mettersi in proprio...
Sarà, a questo punto, che il passato ritornerà pesantemente a rifarsi vivo, sotto forma di un'antica conoscenza maschile... l'unica in grado di forzare la sua resistentissima corazza d'acciaio, perché a lui, a questo ragazzo che lei conosce già, è legato un senso di colpa di cui non si è mai potuta liberare.
A questo punto, gli eventi precipitano, ma non in senso del tutto negativo. Tutt'altro! La vicenda subirà una svolta inaspettata che...

Mi fermo qui, perché so che molti non vogliono conoscere il contenuto, tanto meno il finale di un romanzo. E io, infatti, non ho svelato quasi niente di ciò che è narrato ne IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI FIORI, preferendo restare sul molto generico, proprio per non guastare la sorpresa a chi la ama.

Personalmente, non mi lascio condizionare dalla conoscenza della trama di un libro, già appresa prima della lettura. Anzi, sapere certi particolari, m'invoglia maggiormente a leggerlo, perché pregusto già l'intimità che si instaurerà tra me ed esso, quasi fosse una sorta di conoscenza tra esseri viventi.
Ad ogni modo, siamo gli uni diversi dagli altri, per cui rispetto chi non vuole saperne di più sulla trama di un libro e mi fermo qui nel narrare.


CHE COSA PENSO DE “IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI FIORI”
L'editoriale de Il Libraio di giugno 2011, di cui sopra, ne parlava in termini assolutamente entusiastici. Addirittura, lo stesso editore, Stefano Mauri, racconta che uno degli editor, a causa di un imprevisto occorso in viaggio, per non sprecar tempo prezioso, di notte, non avendo sonno (si era nell'aprile 2010), si accinse a leggere << un manoscritto inedito (IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI FIORI), appena scaricato sul pc, mandato dallo scout di New York. Pagina dopo pagina il romanzo l'assorbe. Alle 6, ora italiana, sveglia una collega per avere il conforto di una seconda lettura (…) Alle 10 mi richiamano perché vorrebbero acquistare il libro.
E sia. Il giorno dopo viene comprato da altri 30 editori nel mondo (…) >> (Il Libraio, Editoriale di giugno 2011).

 
Che entusiasmo!



PERMETTETE CHE ORA DICA LA MIA?

Ho letto questo libro nella primavera inoltrata del 2012, finalmente libera dagli studi.
L'ho letto la sera, prima di andare a dormire, poiché non mi sembrava impegnativo al punto da riservargli una lettura diurna, più attenta e approfondita.
Questo fa capire che IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI FIORI è un romanzo che si legge in breve tempo, che non impegna in alcun modo e che, secondo me, non è quel gran capolavoro che gli editori, col loro potente battage pubblicitario, volevano dare a bere al pubblico.

Non lo considero un libro speciale, com'è stato descritto proprio da Mauri nell'editoriale di cui sopra, né una vicenda dai contorni accattivanti, o dalla profondità tale, al punto da far capitolare e leggerlo nell'arco di una sola notte.
Per me non è stato così. Non l'ho trovato un libro potente e coinvolgente, come certuni letti anche di recente, hanno saputo fare. Mi è sembrata piuttosto una vicenda al limite dell'assurdo.

Il personaggio di Victoria, infatti, è poco delineato, non molto approfondito, piuttosto superficiale in alcuni punti.

Ho letto un altro libro, un romanzo più breve, di un'altra giovane autrice, una francese, pochi anni fa, sulla stessa scia di questo che sto recensendo, e, pur non essendo un papiro, i personaggi delle due protagoniste – anch'esse due disadattate sociali - sono stati delineati in maniera davvero ben calibrata e basata, lo stretto necessario, su una vicenda, che, seppur breve, è chiarissima e movimentata in modo tale, da non permettere al lettore di annoiarsi.
 


Ne IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI FIORI, soprattutto nella seconda parte, si scade facilmente in un'impercettibile ripetitiva noia, quasi claustrofobica e deprimente, come induce la sensazione che trasmette la stanzetta cieca di Victoria.

C'è poco di emozionante e coinvolgente. Perfino nell'incontro con Grant, il ragazzo della protagonista, quando il cuore, i sensi e la mente dovrebbero bruciare di passione, tanto più perché corrisposta pienamente e per la comune conoscenza della rara arte del linguaggio segreto dei fiori.
No, non è un libro potente e coinvolgente. Di emotivo qui c'è ben poco, per questo, sarò pure la solita voce fuori dal coro, ma non me la sento di esprimere un giudizio del tutto positivo su un libro che, in certi momenti, è al limite del banale.
Consigliare di leggerlo, questo sì, anche sulla spiaggia, poiché non impegna, ma dire che sia il fenomeno editoriale dell'anno 2011 ce ne vuole!

CENNI BIOGRAFICI SULL'AUTRICE
Vanessa Fleming in Diffenbaugh, ha tratto la storia e i personaggi del suo primo romanzo ispirandosi a reali vicende vissute personalmente, in quanto madre affidataria di teen-agers, che collabora attivamente con associazioni che aiutano ragazzi a rischio e bambini affidati ai servizi sociali.
Ha studiato scrittura creativa alla Stanford e tenuto corsi di arte e scrittura di accoglienza ai bambini delle comunità con cui collabora.
Vive con il marito, P. K. Diffenbaugh, a Cambridge, nel Massachusetts.
La coppia ha 2 figli naturali e un terzo adottato a 14 anni.
Stando a quanto dichiara, ha già iniziato la stesura della sua seconda opera narrativa.



LA STRUTTURA DEL LIBRO

In tutto le pagine del volume sono 362, ma solo le prime 333 sono occupate dal romanzo. Il resto si divide nel seguente modo: da pag. 337 inizia il “Dizionario di Victoria”, una sorta di promemoria del significato di ciascun fiore; quindi, a pag. 347 si legge la Nota dell'autrice, in cui spiega dove ha reperito le fonti per attribuire il giusto significato a ogni fiore; e, a pag. 349, si leggono i ringraziamenti a chi le è stato vicino, le ha prestato aiuto, nei momenti di difficoltà.
Quello che però è il pezzo forte, dopo il romanzo, è l'intervista rilasciata agli editori, per dar modo, al pubblico di mezzo mondo, di farsi conoscere e far capire chi è e cosa fa, oltre a scrivere.

A pag. 361, infine, troviamo l'indice.

IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI FIORI, Vanessa Diffenbaugh
Traduzione di Alba Mantovani
Edizioni Garzanti, Milano 2011
libro rilegato di pagine 362.


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Non mi fido, come la lavanda.
Mi difendo, come il rododendro.
Sono sola, come la rosa bianca,
e ho paura.
E quando ho paura,
la mia voce sono i fiori.

6 commenti:

  1. Io l'ho trovato un buon libro e, come dici tu, non un capolavoro; non lo rileggerei 2 volte proprio perché a un certo punto è diventato claustrofobico. A quando la recensione delle 50 sfumature? Daiiii, scherzo ;-)

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  2. Grazie, Laura ^__^ A me non è sembrato quel fenomeno editoriale che gli editori pretendevano fosse.

    50 sfumature? Ma ti sembro il tipo? Ah ah ah! Vedrai che ora aggiornerò questo blogghino in modo più puntuale. Ma con ben altro materiale che le 50 sfumature! ^____^

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  3. Carissima, che bello rileggerti qui! Attendo i prossimi aggiornamenti, quindi (non ho dubbi sul fatto che NON troverò le famigerate sfumature ;-) )

    Ho letto questo libro qualche mese fa e sono d'accordo: non è un capolavoro (ah, il solito marketing editoriale! Di quanti altri libri lo dicono? Di tutti quelli che pubblicano, credo..), l'ho letto velocemente, il che conferma quanto sia scorrevole ma anche senza troppo coinvolgimento.
    Mi è piaciuto, però, il modo in cui racconta una storia difficile legata al tema delicatissimo dell'adozione, senza piagnistei e facili "scene madri".

    A presto, mia cara O/L!!

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  4. Non lo conoscevo proprio, di conseguenza, non ho perso niente.

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  5. Interessante, completa ed esaustiva la tua recensione! ciao

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  6. ...il linguaggio dei fiori è sempre profumato....

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