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martedì 29 gennaio 2008

LA CORAGGIOSA DENUNCIA DI UNA VERA CINESE

Ho letto questo bellissimo libro già qualche anno fa nell'edizione economica della Tea 2, corredato di foto autentiche della nonna, dei genitori e dell'autrice stessa; e non vi dico come mi ha lasciato esterrefatta alla fine.
Sapevo già molte cose sulla dittatura maoista, gli omicidi e le deportazioni di massa, i campi di rieducazione e le autocritiche, oltre ad altre bestialità, ma di tutti i risvolti delle faccende interne alla Cina stessa non ne avevo neanche la più pallida idea!

LA NONNA
Cigni selvatici è la storia vera di tre donne, tre generazioni a confronto, a cominciare da quella della più anziana, la nonna dell'autrice, nata durante l'impero, nel 1909 (coi piedi fasciati, segno di distinzione rispetto alla plebe) e data come concubina, a 15 anni, dal padre, ad un "signore della guerra", in visita nella città della ragazza per motivi legati alla sua carica.
Dare una figlia come concubina ad un alto funzionario imperiale era, per la Cina di allora, quasi come darla in moglie, perchè la ragazza usciva dalla casa dei genitori con un corteo degno di una sposa per andare a vivere in una nuova casa, da sola, attendendo i favori del suo signore. E' proprio questo ciò che successe alla prima protagonista del libro, la quale, visitata dal suo signore a distanza di anni, riuscì a concepire una figlia che restò l'unica erede. Poco tempo dopo l'uomo espresse il desiderio di rivederla e di vedere la figlia a casa sua, nel nord della Cina, essendo in punto di morte.
La giovane madre, pur accontentandolo e vivendo per qualche tempo - dopo la morte di lui - in quella nuova casa, con la moglie e le altre concubine (era obbligata a vivere lì, essendo la madre dell'unica erede, se voleva vedere sua figlia ereditare qualcosa), un bel giorno organizzò la fuga, grazie ad alcuni servi, e tornò nella sua città e dai suoi genitori.
Era il 1932. Qualche tempo dopo, la giovane donna sposò il medico di famiglia, il dottor Xia, un vigoroso sessantacinquenne (lei ne aveva 25), scatenando un putiferio tra i figli e le nuore di lui, per cui, successivamente, la coppia decise di trasferirsi in un'altra città dove ricominciarono tutto da capo, allevando insieme la bambina.

LA MADRE
La vita della madre di Jung Chang non è stata meno facile, essendo nata dopo la caduta dell’Impero e durante le lotte dei Nazionalisti di Chang Kai Shek e i Comunisti di Mao, tanto più dopo il matrimonio con un devoto e zelante funzionario del nascente partito comunista.
Costantemente vittime di sospetti (come tutti d'altronde), durante la Rivoluzione Culturale i due coniugi furono addirittura deportati in un campo di rieducazione, soggiorno che alienerà per sempre la mente del padre dell'autrice e che segnerà indelebilmente il suo ricordo, da indurla a ripensare seriamente alle “verità” propagate dal Comunismo.

L'AUTRICE
Anche Jung Chang non avrà un destino molto diverso.
Allevata come "guardia rossa", durante la Rivoluzione Culturale, si oppose dapprima in modo velato alla dittatura maoista, poi sempre più apertamente. Finchè non sarà esiliata in un luogo sperduto ai piedi dell'Himalaya. Tutto ciò fino all'insperato pretesto per espatriare: una vacanza-studio, nel 1978, in Inghilterra da cui non fece più ritorno. Vive, infatti, ormai lì, stabilmente, sposata ad un sinologo britannico, insegnante universitario, e insegnante, essa stessa, presso la medesima università a Londra.

IL LIBRO
Cigni selvatici è una biografia agile e commovente, un coraggioso atto di denuncia da parte di una vera cinese, che apre gli occhi sul regime maoista e sulle assurdità esistenti come, ad es., la requisizione del metallo a tutte le famiglie per costruire armi e divenire, nel giro di pochi anni, una potenza mondiale; o le improbabili accuse della Rivoluzione Culturale.
Chi non ha ancora molta dimestichezza con la storia della Cina e volesse avvicinarsi perchè attratto, è bene che legga prima questo libro di facile e semplice comprensione. Poi, secondo la mia opinione, è il caso di procedere con autori come Yu Hua e la cino-belga Han Suyin, anch'essa in esilio e autrice di L'amore è una cosa meravigliosa, che affronta, in Finchè verrà il mattino, con un'aspra critica, le assurde e contraddittorie leggi del comunismo cinese, le quali pretendevano di controllare perfino la scelta del coniuge, se una persona manifestava l'intenzione di sposarsi. E in Cigni selvatici, di questo, se ne parla ampiamente, a proposito del matrimonio dei genitori di Jung Chang.
Altra autrice da tenere d'occhio su questo filone di esiliati e che in Italia non è molto conosciuta è Bette Bao Lord (Luna di Primavera, Voci di primavera e il Cuore di mezzo, unici suoi libri pubblicati in Italia), avvocatessa e, attualmente, ambasciatrice di un'associazione internazionale riguardante proprio gli immigrati.
Ma di questi autori citati avrò occasione di parlarne ancora.
A tutti, buona “entrata” nel mondo culturale cinese!

12 commenti:

  1. Veramente bella questa pagina Lena !!! Brava !!!

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  2. Brava Lena, sei sempre molto accurata e interessante

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  3. ti ho scoperta tra le pagine di Gisella e sono rimasta colpita dal mondo molto semplice e colorato con cui dipingi i tuoi post a presto e con piacere
    lucestelle.blogspot.it

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  4. ciao, ti ricordi del nostro scambio link? bene, ti volevo chiedere di cambiare l'indirizzo del blog [R]EVOLUTION da gianluca-revolution.blogspot.com a:

    www.gianlucapistore.com

    ti ringrazio, ciao

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  5. Ciao Lena finalmente sono riuscita a capire come si lascia il messaggio, il blog è molto bello e interessante,bravissima come sempre.Un abbraccio Cristina

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  6. Luna di Primavera l'ho letto...Cigni selvatici l'ho sentito....ma non mi ricordo se ce l'ho...sicuaramente non letto però... , ..mandi mandi ...Loris....

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  7. Ciao, ti ho inserita nello scambio link! grazie di essere passata.

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  8. Che bello! Mi sa che lo leggerò...prima o poi, al momento ho una pila di libri infinita...A proposito di tarocchi, anche io non li faccio più; li ho letti per molti anni ma dalla nascita delle piccole pesti ho abbandonato tutto quello che aveva a che fare con tarocchi, sibille e via dicendo. Io sono sempre stata "strana" di natura, fin da piccola interessata ad argomenti un tantino "alternativi" preferirei che le mie piccolette non vi si appassionassero. Come mai anche tu con la passione per i tarocchi? Ciao e buona domenica.

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