DIRITTI D'AUTORE

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lunedì 24 dicembre 2007

IL MIO POETA DEL CUORE

UMBERTO SABA
In una posizione isolata, estraneo alle suggestioni del simbolismo e, solo in età matura, incline a raccogliere alcuni motivi propri degli ermetici, si colloca Umberto Saba.
Di madre israelita e padre italiano e cattolico, nasce a Trieste nel 1883. Per motivi economici e familiari non conduce a termine gli studi.
Nel 1908 compie il servizio militare a Salerno (era cittadino italiano, benché nato in territorio asburgico); ne sono testimonianza i VERSI MILITARI.
A Trieste trascorre gran parte della sua vita, eccetto brevi soggiorni a Firenze, Bologna e Milano.
Ancora a Trieste gestisce, per anni, una libreria antiquaria e partecipa volontario alla prima guerra mondiale.
Negli ultimi anni del Fascismo subisce le persecuzioni razziali e ripara a Parigi, Firenze e Roma, dove rimane nascosto in casa di amici, tra cui Montale e Ungaretti.
Muore a Gorizia nel 1957.


La poetica
La vocazione poetica di Saba si delinea nettissima, quasi istintiva, fin dalla gioventù: le scelte formali e stilistiche appaiono subito decise, in una tendenza ad una semplicità e una chiarezza che contrastano con gli altri grandi poeti europei contemporanei. Il suo gusto non piacque a Papini (della Voce), né aveva attirato l’attenzione di D’Annunzio. Rimase ignoto alla Ronda; Solaria solo nel 1928 gli dedicò un intero numero.
E’ ormai opinione comune della critica che il linguaggio di Saba debba essere riconnesso ad antecedenti classici come Petrarca e Leopardi. Né l’accostamento ai Crepuscolari può farsi, poiché costoro usano i loro toni dimessi come un’arma ironica, contro l’egotismo dei decadenti, mentre Saba si rivela sempre serio, dolce e grave. La poetica sabiana si compendia in alcuni versi famosi della raccolta MEDITERRANEE:


Amai trite parole che non uno
Osava. M’incantò la rima fiore/amore
La più antica difficile del mondo.
Amai la verità che giace al fondo
Quasi un sogno obliato che il dolore
Riscopre amica…

Qui si rivela la coscienza di una poesia aliena da estetismi e intellettualismi, volta al recupero dei significati più intensi delle cose semplici, dei sentimenti consueti. Ciò non vuol dire che la sensibilità di Saba muova nell’ambito della tradizione; al contrario, egli conosce bene la pena individuale e storica che si annida nell’animo dell’uomo del 900, i motivi dell’inquietudine esistenziale, i dolori profondi, gli effimeri e illusori conforti. Però questi temi vengono proposti diversamente dal linguaggio analogico-sintetico di Montale e Ungaretti, suoi grandi amici e colleghi. Il movimento iniziale della poesia sabiana è, di solito, prosastico, discorsivo, si distende poi in un ritmo più arioso, fino a giungere al canto, ora tenero, ora commosso, spesso doloroso.
In questa sua apparente felicità espressiva, che non ha un carattere istintivo, non colto, Saba si serve, con uguale familiarità, di forme poetiche tradizionali come il sonetto, l’endecasillabo, sia di una più libera alternanza di metri, di rime ardite e dissonanti, sia nelle raccolte dell’età matura, di un linguaggio sintetico svincolato da ogni metrica.

Molteplici sono i motivi che ricorrono, in oltre mezzo secolo, nell’opera di Saba. Nelle raccolte che giungono fino al 1930 egli intende la propria poesia come un modo per accostarsi al mondo e per identificarsi con esso. Il suo angolo visuale è Trieste, a lungo vagheggiata e descritta nella sua “scontrosa grazia”, come punto di congiunzione tra il poeta e l’umanità. Così pure felicissimi sono i versi in cui egli associa e identifica, quasi, l’essere umano con gli animali più umili e mansueti dell’esperienza quotidiana (nelle poesie ‘A Mia Moglie’ e ne ‘La Capra’, da TRIESTE E UNA DONNA).

Più tardi l’esperienza di Saba si complica e si intorbida con l’assimilazione di temi psicoanalitici, dovuti all’influsso di Freud, con l’insinuarsi di una dolorosa sensualità.
Nelle ultime raccolte, infatti, si accentua la tristezza del poeta: la tragedia della guerra; le persecuzioni razziali si riflettono, nei versi, in toni sempre più amari ed essenziali, alimentati anche dal sentimento dell’incombente vecchiaia, dalla riflessione sull’esistenza trascorsa e dalla coscienza di una condizione di sconsolata solitudine.


L’opera di Saba consta di numerose raccolte, in massima parte incluse nelle tre edizioni del CANZONIERE (1921, 1945, 1961).
Tra queste sono da ricordare maggiormente:

1) CASA E CAMPAGNA (1909)
2) TRIESTE E UNA DONNA (1910-12)
3) LA SERENA DISPERAZIONE (1913-15)
4) COSE LEGGERE E VAGANTI (1920)
5) L’AMOROSA SPINA (1920)
6) CUOR MORITURO (1925-30)
7) PRELUDIO E FUGHE (1928)
8) IL PICCOLO BERTO (1929-31)
9) PAROLE (1934)
10) ULTIME COSE (1944)
11) MEDITERRANEE (1946)
12) UCCELLI (1950).


La prosa di Saba
Umberto Saba non lasciò molto della sua opera in prosa, perché era essenzialmente un Poeta, un vero Poeta con la P maiuscola, ma si possono gustare, allo stesso modo, alcune sue lucidissime produzioni nel volume SCORCIATOIE E RACCONTINI (1946), oltre ad un singolare saggio su sé stesso LA STORIA E CRONISTORIA DEL CANZONIERE (1948). Ma lasciò anche un romanzo incompiuto, ERNESTO, il cui luogo di ambientazione è, prevedibilmente, Trieste, questa città tanto amata, quanto odiata dal poeta, una città in cui regnano ancora il sapore e l’aria mitteleuropea, grazie alla posizione geografica occupata, e grazie alle numerose minoranze etniche che la abitano tuttora.


CONSIGLIO vivamente, a chi non l’abbia già fatto, di leggere la poesia di Saba, perché non è di difficile intendimento. Il suo versificare è molto scorrevole e lineare, leggero e piacevole e non cade mai nella noia o nella ripetitività, né nella pesantezza della poesia cosiddetta “dotta” e ridondante di certuni poeti rintracciabili perfino nel 900. Oserei dire che è una poesia per tutti, tanto è accessibile e di facile lettura.


UNA CURIOSITA’
Recentemente sono tornata a Trieste, dopo qualche anno, per ripercorrere le tappe di questo grande poeta che ammiro immensamente, e recandomi nella sua vecchia libreria antiquaria, dov’è rimasto tutto tale e quale, ho avuto il grande piacere di conoscere Mario Cerne, figlio dell’assistente di Saba, a cui il poeta vendette la libreria quando fu costretto a nascondersi durante le persecuzioni razziali. In quella libreria nulla è cambiato, c’è perfino la stessa scrivania di formica, dietro cui il poeta era solito sedere sulla sua sedia, mentre era in negozio, fumando la sua famosa pipa. Esistono delle foto in proposito, fatte durante un’intervista, cosa che mandava fuori dai gangheri questo sublime, quanto scontrosissimo poeta, nelle quali è anche possibile notare il suo cipiglio arcigno.
Saba non amava i fasti, le folle, stare in mezzo alla gente e parlare con loro, ma se il prezzo di tutto ciò sono stati i capolavori che ha lasciato, non credo di esagerare ammettendo che lo scotto che hanno pagato i suoi contemporanei, con gli sgarbi subiti, è valso il risultato di quello che conosciamo, cioè ottenere la genialità di una tale ineguagliabile opera.

Le opere di Saba sono trovabili in molti formati editoriali. Per una maggior praticità sono stati creati due volumi dalla Mondadori, in cui è possibile trovare le poesie, cioè la versione definitiva del CANZONIERE e quello delle prose (che io possiedo, l’altro, quello di poesia, è dell’Einaudi).
Che altro dire? Si capisce che mi piace molto Saba?

Inizia qui il mio percorso letterario tra gli autori più o meno grandi, ma tra i più trascurati rispetto agli altri più famosi. Saba è uno di quelli, cioè uno dei poeti che, pur essendo un vero e proprio Gigante della letteratura italiana, non viene tanto calcolato, semplicemente perché ha avuto il “crudele” destino di essere inserito nei Programmi scolastici di quinta superiore alla fine dell’anno, cosa che comporta un frettoloso, quanto superficiale accostamento alla sua poesia.
Mi è capitato addirittura di sentire da qualcuno, con qualche anno in più, di non aver mai sentito parlare di Saba. E chi l’ha detto non è certo un ingenua e sprovveduta persona a digiuno di ogni tipo di cultura, tutt’altro!
A presto e, intanto, buona “degustazione” di Saba a tutti.

12 commenti:

  1. Benvenuta tra noi... , ...spettacolare pagina....ho pure abbracciato quella statua.... , ..mandi mandi ...Loris....

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  2. loris è sempre il primo, ma sono passata anche io, e ora vado, i miei ospiti stanno per arrivare...
    buon natale

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  3. Ciao Lena , ottimo il tuo Saba...a presto e buon proseguimento delle feste

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  4. Ciao, non sapevo fossi on line, l'ho visto ora sul forum! Adesso ti linko. Ciao.

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  5. ciao!su ciao ho sempre lo stesso nick. Su dooyoo per ora non scrivo perchè sto aspettando ancora una loro risposta e soprattutto un pagamento. Finchè non pagano (se pagheranno..)non perdo tempo con loro. Vedremo nell'anno nuovo..Se non ci sentiamo prima, ti auguro un buonissimo 2008!

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  6. Ciao Lena...Buon Anno..., ...per questi post così lunghi io ho scelto un modello a pagina piena... - Personalizza... Scegli modello .... e io ho scelto il modello Sand Dollar (il penultimo)...e poi l'ho modificato secondo i miei gusti... cambiando colori e inserendo nuovi elementi...prova e riprova...e se vuoi tu puoi fare lo stesso senza perdere niente..se non un po' di temo...dato che a te non manca... , ..un baciuone...mandi mandi ...Loris...

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  7. VERSI NELLA GUERRA

    NON LONTANO DA NOI
    -LA STUPIDA FORMA DI ODIO VERSO L’UOMO E LA RAGIONE,
    L’INTERPRETAZIONE DEL MASSACRO E MORTE,
    NELLE TASCHE
    PROBABILMENTE LA VALUTA DI GIUDA,
    L’OCCHIO PERDUTO E CONDANNATO PER SEMPRE DI UN BAMBINO,
    IL SUICIDIO,
    IL PECCATO,
    IL MONDO VORTICOSO DI UN CORPO E IL SUO SILENZIO,
    ATTIMI,
    FAME,
    SETE IN OGNI LUOGO E SENSO,
    GLI SPARI PRIMA DI UN SONNO IMPOSSIBILE,
    PAURA,
    PAURA DI RESTARE UCCISO DAI PENSIERI INSANGUINATI,
    FIORI CALPESTATI DA UNA GROSSA LUCE SENZA ANIMA
    E I MURI PRONTI AD URLARE…

    E NON C’È PIÙ NIENTE DI VIVO,
    LÀ DENTRO,
    LÀ FUORI
    NEL VERSO DI UN UOMO SBAGLIATO.

    “PER NON DIMENTICARE I VERSI DELLA GUERRA, NELLA GUERRA”


    ©2011
    MS,
    Maurizio Spagna
    e il giro del mondo poetico-
    www.ilrotoversi.com
    info@ilrotoversi.com
    L’ideatore creativo,
    paroliere, scrittore e poeta al leggìo

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  8. Caro amico poeta, M. Spagna,
    ti ringrazio vivamente per aver arricchito il mio umile blogghino con i tuoi bellissimi versi.
    Quando vorrai, sarai sempre il benvenuto.
    Buona domenica ^__^

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  9. Risposte
    1. grazie anche per questo passaggio, Mari. Saba è il mio poeta preferito: semplice, ma tanto complicato. Ci sto facendo anche la tesi ^_^

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  10. chissà che emozione per te quell'incontro in libreria...
    Monica C.

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  11. è vero, Monica! Fu un incontro che attendevo con impazienza ed emozione, anche se Mario Cerne è una persona simpaticissima e molto alla mano.
    Grazie per esser passata anche in questo post. :-))

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Lasciatemi un piccolo segno del vostro passaggio, sarà graditissimo. Grazie.