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sabato 23 agosto 2008

L'inglese più amato

L'idea di questo post è nato in seguito alla preparazione del primo esame d'inglese, il quale constava di due parti, una scritta e l'altra orale. Tutt'e due piuttosto impegnative e parecchio oltre il livello medio-basso che tanto conclamavano nel programma! Ma questo è argomento che esula da ciò che ho intenzione di esporre, in quanto sono qui per illustrarvi Dickens e il suo straordinario talento.
Il programma d'esame prescriveva due opere di questo autore, di cui ho letto quasi tutto: A TALE OF TWO CITIES (le due città) e, naturalmente, DAVID COPPERFIELD (Ed. Pinguin Book). Così, approfittando dell'obbligo universitario, ho rinfrescato la memoria col suo romanzo più autobiografico e mi sono sentita spinta a scrivere una recensione sul mio scrittore inglese preferito. Ed eccola qui.

Nell'introduzione a DAVID COPPERFIELD, dell'edizione in esame, è spiegato che Dickens scrisse sul suo romanzo, tempo dopo:
"
Of all of my books, I like this best. Like many fond parents, I have in my heart of hearts a favourite child. And his name is David Copperfield".
E lo crediamo bene che Dickens fosse più affezionato a quest'opera e che, nel cuore del suo cuore, c'era un posticino speciale riservato al suo bambino preferito: David Copperfield, appunto!

Come lui, Charles aveva avuto un'infanzia infelice e difficile, che aveva ampiamente descritto in quella, simile alla sua creatura David, compreso il dover lasciare la scuola, dove riusciva bene, per mettersi a lavorare in una fabbrica, ancor bambino, per aiutare la baracca familiare, dopo che il padre finì in carcere per debiti.
Ma di questo c
i occuperemo in seguito.
DAVID COPPERFIELD però fu pubblicato come romanzo non come autobiografia. Dickens non aveva intenzione, né fu mai suo desiderio l'essere identificato nel protagonista, dai contemporanei, avendo le sue buone e
dolorose ragioni. Ci aveva messo tutto sé stesso per cancellare la macchia del suo umiliante passato, che i lettori, secondo la biografia del 1945, di Una Pope-Hennessy, non ebbero mai la minima idea di trovarsi davanti a un racconto in gran parte autobiografico (p. 342).
La confessione dell'autore di aver inserito molti aneddoti autobiografici, Dickens la fece solo ad una persona, non all'intero pubblico.
La triste vicenda giovanile, pur così liricamente rievocata sotto forma artistica, non può farci, però, trascurare di prendere in considerazione un'analisi più approfondita delle miserie giovanili del romanziere inglese, per giungere all'essenza
e al significato più reconditi della sua poetica, cioè accertarci in quale modo egli trasformasse la realtà e quali i motivi che determinarono il costruirsi del suo mondo estetico; quale, in sintesi, fu il mondo sentimentale e fantastico di Dickens.
In questo grande scrittore il s
enso d'ingiustizia, della disparità di ceto, di beni e di fortuna, era insito sin da prima che affrontasse le dolorose esperienze giovanili, per renderlo consapevole della crudeltà che c'è chi nasce con la camicia già infilata, chi, invece, deve addirittura procurarsela; così come era consapevole, fin da bambino, del fatto che, spesso, grazie a questa disparità, esisteva un rapporto di dipendenza da superiore ad inferiore. La nonna paterna, abbozzata nella figura di Mrs Rouncewell di BLEAK HOUSE (casa desolata), si era sposata con un servo, più tardi promosso a maggiordomo, nella casa di un deputato del Parlamento, John Crewe. Vedova, la donna era rimasta per altri 35 anni a servire nella stessa casa, avendo due figli maschi da mantenere, William e John, padre del romanziere.
Sarà proprio grazie all'intervento di Crewe che John Dickens rientrò a lavorare presso l'ufficio paga della Marina, dove conobbe Thomas Ba
rrow, suo collega di lavoro, con cui entrò a tal punto in amicizia, da sposarne, qualche tempo dopo, la sorella Elizabeth.
I Barrow non videro mai di buon occhio quest' unione, nonostante avessero acconsentito al matrimonio, convinti com'erano della loro presunta superiorità sociale, rispetto ai Dickens.

Il padre di Elizabeth, Charles, in effetti, era un funzionario statale di grado piuttosto elevato, il quale non impedì che si procedesse, contro di lui, per peculato, due anni dopo il matrimonio dei genitori del nostro romanziere, nel 1811.
Neanche questo rovescio morale e finanziario servì ad abbassare le arie e la presunzione dei Barrow di vecchia generazione, nei confronti del marito di Elizabeth, sebbene Charles Barrow stesso, per la vergogna, lasciò l'Inghilterra
Delineato lo sfondo sociale della famiglia Dickens-Barrow, pre-arriv
o di Charles, mi sembra ovvio procedere, ora, con la vera e propria bio-bibliografia del più grande romanziere inglese dell'800 e mio preferito, sin da bambina.

CHARLES
Secondo di otto figli, due dei quali morti da bambini, nacque a Portsea, presso Portsmouth, il 7 febbraio 1812, perché il padre, tra le sue peregrinazioni lavorative, era stato trasferito lì. I pellegrinaggi continuarono: nel 1814, a Londra e, successivamente, a Chatham, nel 18
17, nella quale sede, a causa delle ristrettezze economiche, sempre più forti, la famiglia dovette trasferirsi, piuttosto spesso, da una casa all'altra, per andare incontro a situazioni il meno dispendiose possibile.
Nel 1822, da Chatham, i Dickens furono costretti, ancora una volta, a tornare a Londra, mentre la fervida fantasia del piccolo Charles iniziava sicuramente a popolarsi di paesaggi campestri e di esperienze di vita vissuta nei quartieri urbani e suburbani che, anni dopo, inserirà, per la gioia di noi lettori, nelle sue opere.
La prima formazione culturale di Charles bambino avvenne, quindi, gr
azie ai romanzi, in edizione economica, che suo padre John raccoglieva dove gli capitava.
Poco robusto di costi
tuzione, anzi anche malaticcio, Charles non prendeva parte ai giochi con i coetanei, preferendo a questi la compagnia dei libri dilettandosi per ore intere a leggere i romanzi di Tobias Smollett e di Henry Fielding, IL CURATO DI WAKEFIELD, di Oliver Goldsmith, ROBINSON CRUSOE di Defoe, LE MILLE E UNA NOTTE, il DON CHISCIOTTE, il GIL BLAS, gli articoli del Tatler (Il Chiacchierone) e dell'Observer, di Joseph Addison e Robert Steele, le farse raccolte da Mrs Inchbald e tutto ciò che gli capitava tra le mani. Non a caso, più tardi ricorderà con affetto nel DAVID COPPERFIELD, la gloriosa schiera, che gli tenne compagnia negli anni di già disagiate condizioni economiche familiari, ma sereni e ancora lontani dal tormento che accompagnerà i Dickens nel mare di debiti in cui sprofonderanno successivamente.
Quando la famiglia viveva ancora a Chatham, Charles e la sorella maggiore, Fanny, ebbero un pastore battista per maestro, padre William Giles, che per primo riconobbe le eccellenti attitudini del suo piccolo allievo, per cui pensò bene di plasmarlo indicandogli il senso della forma nelle prose di Goldsmith. E quando John Dickens fu costretto a tornare, con famiglia, a lavorare a Londra, il piccolo Charles rimase ancora per un po' nella scuola di padre Giles, come convittore.

PRIMAVERA 1823
Charles raggiunse la famiglia, ormai in pianta stabile a Londra, nel quartiere suburbano di Camden Town, apparso spesso nei suoi romanzi. Quando giunse il momento della separazione del piccolo Charles dal beneamato maestro, William Giles, quest'ultimo gli donò una rara raccolta completa di un minuscolo periodico "The Bee" (l'ape), di Oliver Goldsmith, pubblicato nel 1759, per alcune settimane soltanto. Ed è probabile che, proprio grazie a quest'omaggio, nel p
iccolo Charles, nacque la passione per la stampa periodica, che lo portò, molti anni dopo, a pubblicare l'Household Words (parole familiari) e All the Year Round (per tutto l'anno).
Da questo periodo, vissuto a Camden Town, iniziò il vero e proprio travaglio psico-fisico del piccolo Charles, che sperava di esser reintrodotto a scuola, invece di essere destinato a sbrigare le faccende domestiche, contemporaneamente all'aggravarsi delle condizioni
economiche familiari.
La sorella maggior
e, Fanny, invece, grazie all'intercessione di un amico di famiglia, riuscì ad inserirsi in una scuola di musica, in cui restò ben quattro anni.
Uno tra i primi amari episodi fu l'inziativa, destinata a cadere nel vuoto, di Mrs Dickens: creare una scuola per bambine.
Il volantinagg
io, quartiere per quartiere, avvenne per mano dei piccoli Dickens, mediante un annuncio depositato nelle cassette della posta.
L'iniziativa, come già detto, cadde nel nulla, ma più tardi, quando ormai Charles era divenuto ricco e famoso, la rispolverò creando il "Pensionato p
er Signorine diretto da Mrs Micawber", nel DAVID COPPERFIELD.
Nella figura di Mrs Micawber, infatti, Dickens ombreggiava i tratti di sua madre, donna dal cuore d'oro, ma un po' vacua e incosciente, la quale, pur proveniente da una famiglia agiata, si era data anima e corpo ad un uomo (Mr Micawber), pur d'ottima pasta, ma pessimo amministratore finanziario, esattamente c
ome lo stesso padre del romanziere.
Della mamma di Charles, Elizabeth Barrow, c'è da ricordare, però, tanto per scandagliare un po' la sua formazione culturale, che fu la prima vera maestra, poiché gli insegnò perfino i rudimenti del latino.

La situazione, intanto, continuava a precipitare sempre più.
John Dickens ignorava, anzi predicava bene e razzolava male, proprio come la sua proiezione romanzata e acc
umulava debiti su debiti in una beata incoscienza, facendosi inviare la merce comperata presso il suo domicilio, godendosela, poi, a suo agio, finché la situazione non raggiunse il culmine con l'incarcerazione per insolvenza di debiti, com'era legge a quel tempo in Inghilterra.
Gli stessi libri che il piccolo Charles aveva amato tanto, che aveva conservato gelosamente nella sua soffitta, furono tra gli oggetti che egli stesso portò a vendere (che strazio! Se fossi costretta a vendere i miei, per me sarebbe la fine!)
Fu in questo triste contesto che un amico di famiglia propose ai genitori del piccolo bibliofilo, la malaugurata idea di interessarsi, per trovare un impiego al bambino. E la scelta del salvatore non andò molto lontano, perché ricadde sulla fabbrica di lucido da scarpe di un suo cugino, facendo apparire la cosa come una manna giunta a rimettere, se non del tutto a posto la situazione, almeno a tamponarla.

Ma quella che agli altri sembrò una promettente novità fu, per Charles, solo e sempre veleno!
Il giorno in cui compiva, senza festeggiare, il suo dodicesimo compleanno, il 7-2-1824, nel povero letterato in erba, dileguò completamente la speranza di tornare di tornare a scuola, già ferito dal trattamento, molto discutibile, tenuto nei suoi confronti, rispetto alla sorella. La ferita più grande che portò per sempre nel cuore e rivelò apertamente in molti dei suoi romanzi, fu l'indifferente incomprensione dei genitori, i quali gioirono, invece, all'arrivo della notizia, poiché vedevano il loro figlio, come una fonte di reddito che avrebbe alleviato la loro sofferenza. A lui non chiesero nemmeno cosa ne pensasse e se fosse contento di andare a lavorare!
Nonostante tutto, però, pochi giorni dopo l'assunzione del ragazzino nella fabbrica, John Dickens fu arrestato e rinchiuso, per debiti insoluti, nella tetra prigione di Marshall Sea, descritta molto dettagliatamente, più tardi, in romanzi come IL CIRCOLO PICKWICK, ma soprattutto ne LA PICCOLA D
ORRIT.
In capo a pochi mesi, dunque, il destino si rovesciò da solo: la nonna materna di Charles morì lasciando alla nipote Elizabeth, un'eredità di 250 £, che per
misero a John di pagare i debiti, uscire dallo squallore di Marshall Sea e di restare anche in discrete condizioni, alimentando le speranze del ragazzino di mollare l'odiato lavoro per tornare a scuola in mezzo agli amati libri.
In quel momento, tra l'altro, era occorsa anche in una lite con l'amico di famiglia, la quale aveva f
atto scattare, in John, il dispetto di togliere Charles dalla fabbrica per rimandarlo a scuola. Ma Elizabeth, oppostasi fermamente, si recò perfino di persona in fabbrica, per risanare la situazione…riuscendoci. Questo episodio di dissidio, fu quello che scavò maggiormente un solco nell'animo del già ferito Charles! Come poteva- chiedeva a sé stesso - sua madre essere così indifferente nei confronti di un figlio ancora così giovane? Preferire che lui continuasse ad impacchettare barattoli di lucido da scarpe, invece, che saperlo a scuola?
Per fortuna il genitore, questa volta, fu irremovibile e introdusse il ragazzo in una scuola dal titolo più pomposo che sostanzioso: " Accademia Classica e Commerciale", diretta da un certo Mr Jones.
Lì Charles vi rimase due anni, periodo durante cui potè riacquisire un po' delle nozioni perse, per acquistarne altre fondamentali. Ma è certo che il bagaglio pregresso di gioia e sofferenze, l'abisso che separa chi ha, da chi non ha, abbiano agito profondamente sull'animo già provato del giovane Charles, sicuramente più di quanto potettero fare
il latino o la matematica, la storia o la musica dell'"Accademia" di Mr Jones.
Le fantasie infantili, nutrite dagli eventi della vita che si succedettero, modellarono il futuro scrit
tore in modo tale, da non farlo divenire mai un uomo di cultura, né tanto meno preannunciavano un destino da intellettuale. Infatti, quando ebbe occasione, prese tranquillamente in giro latinisti e lessicografi, tutti sovraccarichi di orpelli e pedanterie ritenute francamente superflue. La struttura mentale del Dickens romanziere è considerata, di fatti, dalla critica, concretamente intuitiva. Se si cerca di distinguere in lui, l'uomo dal riformatore, il riformatore dall'artista e l'artista dal creatore, siamo portati a credere che, se Dickens avesse vissuto, in gioventù altre esperienze, avrebbe forse adottato atteggiamenti meno esibizionisti e vanagloriosi; gli stessi eccessi del suo lato riformatore sarebbero stati sicuramente meno drastici quando denunciava la solenne condanna delle innumerevoli piaghe sociali, pur riflettendo tanta nostalgia verso gli agi e i privilegi di coloro che possedevano di più, tra cui finì col beneplacito generale, egli stesso. Se il Dickens artista fosse stato però più consapevole dei mezzi che aveva a disposizione e del grande potere insito nell'uso di questi, forse avrebbe affrontato temi diversi nei suoi libri, ma le supreme qualità creative sarebbero, senza dubbio, rimaste immutate e sotto il suo obiettivo attento e dissacratore, a cui non sfuggiva alcun particolare, non avrebbero potuto, in sostanza, mutare; perché vicende umane e qualità innate, in Dickens, non ebbero mai difficoltà a trovare un punto d'incontro, felice e dai risultati invidiabili.
Ad ogni modo, la tetra infanzia di Charles raggiunse il suo apice nella triste vicenda del tentativo materno di farlo restare nella fabbrica di lucido da scarpe, creando, irreparabilmente, quella che lo psicoanalista svizzero junghiano, Peter Schellenbaum, ha brillantemente definito "la ferita dei non amati", nel suo omonimo libro. Infatti, più tardi, Dickens ammise, nella biografia di Foster, "The life of Charles Dickens" (1872-74), che non dimenticò mai ciò che fece la madre, pur di rimandarlo a lavoro, rappresentandola, a seconda di come lui la vedeva, nelle vesti poco rispettose di Mrs Nickleby, la quale, dal canto suo, non si riconobbe mai nella sua proiezione letteraria, ridendo perfino di cuore degli sconclusionati discorsi che questa donna pronunciava nel libro (da leggere assolutamente!).
Stessa sorte subì il padre John, riprodotto sotto il personaggio bizzarro di Mr Micawber
, così come fu, nuovamente, per la madre, nelle vesti della moglie di quest'ultimo.
Ma torniamo alla fanciullezza del Nostro.
Una volta vinta, da John Dickens, la battaglia di rimandare il figlio a scuol
a, il giovane Charles potè finalmente reinserirsi in una dimensione a lui più congeniale, pur se ancora ben lontana dalla meta cui aspirava, in modo quasi inconsapevole. Pertanto, fece da assistente in uno studio legale, mentre apprendeva la stenografia, cosa che lo fece divenire, ben presto, lo stenografo parlamentare più veloce d'Inghilterra, addetto ad un quotidiano minore, The True Sun (il vero sole) e, in seguito, al più importante Morning Chronicle (cronaca del mattino).
Nonostante il brillante inizio di questa promettente carriera giornalistica, il giovane Charles mirava più in alto, e non a torto, direi!
Con l'ambizione artistica venne a galla anche una nuova inclinazione, ma amorosa, verso Maria Beadnell, figlia di un banchiere, ma con un cervello da gallina, che lo rese, inizialmente, pazzo d'amore per poi piantarlo in asso in modo improvviso e imprevisto.

Sicuramente in questo secco addio ci fu lo zampino della disparità dei ceti di provenienza. Questa innamorata senza cervello fu, nonostante tutto, pianta a lungo dal romanziere che si vendicò celebrandola nella figura della sciocca Dora, la prima fatua moglie di David Copperfield, "la moglie bambina", tanto per intenderci.
Vent'anni dopo la Beadnell, diventata già Mrs Winter, tornò a galla pretendendo di riallacciare i
l romanzetto giovanile da dove lo aveva lasciato, mentre il romanziere, ormai famoso, si difese in tutti i modi dagli approcci amorosi della donna, così insopportabilmente vuota e ciarliera.
La vendetta letteraria di Dickens, nei confronti di Maria Beadnell, si fissò, in modo indelebile, nell'enorme stupidità di Flora della PICCOLA DORRIT. Tuttavia, Dickens serbò sempre intatto il ricordo giovanile dell'antica e imprevedibile innamorata, che lo aveva costretto a vagare per Londra, sin dalle
prime ore del mattino a causa del suo penar d'amore. E questo, chi ha letto David Copperfield, lo potrà chiaramente ritrovare nella cura e nel rispetto che ebbe David, sino alla fine, verso Dora, a cui donò perfino, in punto di morte, un'insospettata saggezza, quando le fa dire di essere conscia della sua graziosa irresponsabilità e che David avrebbe meritato una donna più matura e saggia di lei.

FINALMENTE SCRITTORE!
Il cuore infranto di Charles non si dimostrò poi così ferito, da dis
toglierlo al punto di tralasciare l'amato mondo delle lettere, se una famosa sera dell'autunno 1833, un giovane stenografo spediva al Monthly Magazine alcuni manoscritti, riportanti il racconto MR MINNS E SUO CUGINO, incluso, tre anni più tardi, nei BOZZETTI DI BOZ e, in origine intitolato UN PRANZO A POPLAR WALK.
Qualche se
ttimana dopo, il cuore del giovane Dickens avrà sicuramente rischiato di spaccarsi per la gioia intensa provata al veder pubblicato il suo racconto sulla rivista, ma in forma anonima, non avendolo firmato al momento della spedizione.
Vedere stampato il suo primo tentativo letterario, raccontò lo scrittore a tempo debito, lo riempì di gioia e di orgoglio, tanto che per l'emozione, avendo gli occhi velati di lacrime, dovette riparare nella cattedrale di Westminster, dove camminò su e giù inquieto, non sentendosi in grado di comparire in strada e mostrarsi a tutti.

A quel racconto ne seguirono altri, sempre sul Monthly Magazine, poi sul Morning Chronicle e ancora sull'Evening Chronicle (il giornale della sera) e vari altri.
Immaginate quali orizzonti si splancavano per la prima volta al novello scrittore, a cui si aggiungeva l'allietante prospettiva di migliori condizioni economiche.
Queste rosee
e inaspettate prospettive gli fecero compiere la sua prima azione impulsiva, di cui, anni dopo, ovviamente si pentì: corteggiare, con l'intento di sposarla, una delle figlie di George Hogarth, il redattore capo dell'Evening Chronicle.
Hogarth aveva quattro figlie: Kate (Catherine), la maggiore di 19 anni, Mary di 15, Georgina di 7 ed Helen di 3. La scelta cadde sulla maggiore Ka
te, e con l'impulsività che lo caratterizzava la sposò il 2-4-1836.
Qualche mese dopo il matrimonio, tutti gli scritti pubblicati negli anni precedenti sui periodici furono inclusi in un unico volume -il primo di Charles-, intitolato SKETCH BY BOZ (Bozzetti di Boz), derivato dal nomignolo Moses che lo scrittore aveva dato al fratello minore, Augustus, in ricordo del "Vicario di Wakefield", (poiché, il piccolo Augustus, parlando col naso, lo storpiava in un suono simile a boz).
La fama non si fece attendere. A SKETCH BY BOZ seguì IL CIRCOLO PICKWICK, il quale dall'iniziale prima puntata a tiratura 400 copie, salì, in men che non si dica, a 40.000 della quindicesima. Se prima era stata la fama a raggiungere il giovane Dickens, questa volta fu addirittura travolto dalla gloria! La costante fortuna letteraria, da quel momento, non verrà mai meno e lo scrittore vivrà letteralmente in simbiosi col mondo creato dalla sua mente e riprodotto sulla carta stampata. Romanzi, racconti, diari di viaggio e articoli vari pubblicati poi in Household W
orld e All The Year Round, rappresentano la vasta e varia produzione letteraria di Charles Dickens.
Pochi eventi influirono sulla vita del romanziere, ma incisero a tal punto da
formare il substrato del suo mondo narrativo, (Carlo Izzo).
Tutti quelli già elencati tranne uno e imprevisto: la morte della giovanissima cognata Mary, secondogenita di George Hogarth, suo suocero, che lo colpì come una pugnalata al cuore, tanto da indurlo ad immortalare la ragazza scomparsa, in tutte le figure delle giovinette pure e innocenti descritte nei suoi romanzi, in particolare in una, la giovane e delicata Nell de OLD ANTIQUARY'S SHOP (la bottega dell'antiquario), oltre che del piccolo Paul di DOMBEY & SON (Dombey e Figlio). E Dickens, in segno di perenne ricordo del dolore provato alla perdita della cognata, portò per sempre al dito l'anello che le sfilò sul letto di morte.

Ho accennato poco fa, alla produzione letteraria di questo grande romanziere inglese, il quale non si limitò solo a stendere romanzi o racconti, ma a
nche diari di viaggio. Risale, infatti, al 1842 il primo viaggio di Dickens in America, ritenuta davvero il paese della libertà, la terra promessa dov'erano stati applicati alla lettera i principi della rivoluzione francese. Ormai avvolto strettamente nelle braccia della celebrità, Dickens attraversò l'Atlantico, in preda alla sua solita impulsività che lo fece ritrovare di fronte ad una delle più cocenti delusioni mai subite in vita sua. Non aveva mai preso in considerazione la schiavitù dei negri e le loro disumane condizioni di vita, né che la mentalità americana potesse essere tutto fuorché quello che si paventava, cioè lontanissima dal concetto di democrazia che egli si era formato. Inoltre, gli ospiti americani che lo avevano accolto, inizialmente con entusiasmo, gli si rivoltarono contro a causa del suo indispettimento contro l'usanza editoriale delle sue pubblicazioni pirata, le quali, spesso, riportavano fedelmente libri di autori inglesi senza pagare a questi ultimi neanche una minima quota dei diritti d'autore.
Il viaggio in cui Dickens aveva posto tante speranze, si concluse nel peggiore dei modi. A questo vissuto sconvolgente, fece seguito la pubblicazio
ne di AMERICAN NOTES e, un anno dopo, del romanzo MARTIN CHUZZLEWITZ, una cui parte è appunto ambientata in America, naturalmente descritta in termini poco lusinghieri.
Passeran
no molti anni prima che lo scrittore si ricreda, ma solo in parte, sull'opinione che si era formato degli inglesi d'America.
Una novità però s'infiltr
ò nella vita privata di Dickens, al ritorno dall'America: la presenza, sempre più insistente, della cognata Georgina, la quale divenne, a poco a poco, la più importante della casa, fino a soppiantare quasi del tutto la legittima moglie dello scrittore, sua sorella Kate, nelle apparizioni in pubblico. Era chiaro il disappunto di Dickens nel rendersi conto di aver sposato, tra le quattro sorelle Hogarth, quella meno corrispondente ai suoi gusti. Né si può ritenere padre esemplare se, alla nascita del decimo figlio (sette maschi e tre femmine) scrisse, senza alcun ritegno: "Mia moglie mi ha regalato il numero 10. Avrei fatto volentieri a meno dell'omaggio. Oppure: Ho una mezza idea di pregare il vescovo di Londra di far celebrare una funzione a St. Paul, al fine di impetrare che si consideri io abbia fatto abbastanza per accrescere la popolazione del mio paese"
Infine, ad un amico divenuto finalmente padre, ebbe il coraggio di dire: "Non ti faccio congratulazioni, perché non tollero di ricevere congratulazioni quando nasce un figlio a me".Dei suoi sette figli maschi, uno finì in Australia e un altro morì di febbre perniciosa, contratta in India, durante il viaggio per mare verso l'Europa.
Dickens rappresentava il caso modello della legge morale del suo tempo: predicare bene e razzolare a pr
oprio favore!
Per quanto riguarda altri viaggi compiuti dallo scrittore e riportati in altrettanti diari, c'è da ricordare quello in Europa del 1844. Per la prima volta sul vecchio continente, Dickens visitò l'Italia settentrionale, stabilendosi per brevi periodi perfino a Genova, a Roma, a Napoli e a Firenze, città in cui si trovava la più folta comunità britannica d'Italia.
Dalla permanenza nelle città italiane nacque PICTURES FROM ITALY, nelle quali impressioni risulta più evidente l'interesse che stuzzicò il pa
norama umano, che quello storico-artistico che caratterizzava i luoghi visitati. A detta della critica, a Dickens mancava completamente il senso della storia: lo dimostrano i due romanzi storici BARNABY ROUDGE e A TALE OF TWO CITIES (le due città).

LE DUE PASSIONI
Sin dalla prima gioventù Dickens aveva nutrito due grandi passioni: il teatro e la stampa periodica. E, di ritorno dal viaggio europeo, si mise all'opera per realizzare entrambe. Po
co mancò, infatti, che divenisse attore, grazie alla partecipazione a rappresentazioni di beneficenza, ad una delle quali assistette perfino la regina Vittoria; mentre, per quanto riguarda la stampa periodica, il 30-3-1849, presentò il primo numero di Household Words, la rivista che egli stesso fondò e su cui pubblicò a puntate "Cranford" di Elizabeth Gaskell, uno dei migliori romanzi, dell'800 inglese. Ma nel 1859, dopo un'incresciosa vicenda giudiziaria con i soci della rivista, ne fondò un'altra All The Year Round.
Arricchitosi ed imborghesitosi, ormai, Dickens aveva imparato bene la lezione: difendere i propri interessi era la cosa principale.
Un'altra delle sue genialate, nel 1853, fu la mania di leggere in pubblico episodi selezionati dai suoi romanzi, aspetto che soddisfaceva il suo antico amore per il teatro drammatico.
Da un primo isolato episodio, iniziò una lunga serie di apparizioni analoghe, che contribuirono, di sicuro, ad accorciare la vita dello scrittore per trasformarla in dicitore.
Nello stesso anno intraprese un nuovo viaggio sul vecchio continente, in compagnia dell'amico scrittore Wilkie Collins, col quale scrisse, più tardi, THE LAZY TOUR OF TWO IDLE APPRENTICES (pigro viaggio di due apprendisti oziosi), sulle impressioni
del nord dell'Inghilterra.
Da quando, nel 1853, iniziò quasi casualmente, a leggere in pu
bblico brani dei suoi romanzi, divenne da allora, la principale attività di Dickens, a cui si accompagnava un'ingiustificata sete di guadagno, poiché coi proventi dei suoi libri, era riuscito perfino ad acquistare una favolosa villa nei pressi di Londra, che sognava di possedere sin da bambino, Gad's Hill Place, -ora divenuta un esclusivo collegio femminile-.
Tornando alle letture c'è da sottolineare la smodata preferenza di Dickens dell'episodio, tratto da OLIVER TWIST, in cui è perpetrato l'omicidio di Nancy. Le letture in pubblico, stando alle testimonianze giunteci, sembra provocassero entusiasmo tra la gente. Si narra di donne in preda a svenimenti, uomini che gemevano in coro per l'orrore e la tensione di fronte all'ascolto di efferati delitti come il suddetto. Fat
to sta, però, che pur se sicuramente dotato a livello recitativo, Dickens è un caso unico di genio spontaneo, dai gusti eccentrici e dallo scarso livello culturale, mai rimaneggiato successivamente.

LA SEPARAZIONE
L'ultima fase della vita dello scrittore inglese è caratterizzata da un evento che era già nell'aria da un bel po': la separazione dalla moglie Kate, compagna che Dickens non aveva mai trovato adatta a lui.
L'ipocrisia vittoriana che regnava in quell'epoca velò lo scandalo dietro a paraventi moralistici, espedienti inutili in un caso come quello. Eventi tali che lo indussero a scrivere un'infelice autodifesa, su ciò che si mormorava su Household Words.
La cognata Georgina, naturalmente, prese pubblicamente le sue difese, comparendo sempre al suo fia
nco anche dopo la separazione. Perfino quando Dickens s'innamorò di Ellen Ternan, una giovanissima attrice, Georgina tollerò, se non addirittura favorì, questa sua inclinazione.
La prepotente vitalità di Dickens portò a immortalare la Ternan nel personaggio di Bella Wilfer, protagonista femminile di OUR MUTUAL FRIEND (il nostro comune amico), bella e fatua, la quale a metà romanzo farà ricredere il lettore sulla sua antipatica superficialità, lasciando scoprire di sé un'insospettata profondità.

Gli ultimi anni di vita del romanziere furono caratterizzati da un'attività frenetica di letture pubb
liche che lo lasciavano stremato e minavano seriamente la sua salute, essendo ormai anziano.
Il 9-6-1865, Dickens e la sua nuova fiamma, Ellen Ternan, durante un viaggio furono vittime di un incidente ferroviario dal quale, pur uscendone illesi, i nervi del romanziere subirono una scossa profonda.
Nonostante tutto, però, la febbre di lavoro che lo divorava, lo riportò in America, nel 1867, per un nuovo ciclo di letture, che gli riservò un ritorno trionfante. Sui vecchi dissapori era stata messa una pietra sopra; così Dickens riconobbe che molte cose, nel frattempo erano migliorate; mentre s'impegnava ad aggiungere alle sue AMERICAN NOTES e a MAR
TIN CHUZZLEWITZ, una nota di ritrattazione alle precedenti tesi del 1842, nelle quali criticava aspramente il costume politico americano, oltre ad accusare gli americani di vanagloria e mentalità scarsamente commerciale.
Al suo rientro in Gran Bretagna, Dickens proseguì la sua attività a livelli vertiginosi, congedandosi dal pubblico solo il 1-3-1870, conscio di non godere più di buona salute e di non essere più in grado di proseguire con quei ritmi.
Nell'aprile dello stesso anno, tornato al suo primo amore, pubblicò la prima puntata di EDW
IN DROOD, l'ultimo romanzo rimasto incompiuto, appartenente ad un genere a lui non estraneo (vedi BLEAK HOUSE, Casa Desolata), il giallo o poliziesco sul cui finale si continua a scommettere, poiché la soluzione giace nella tomba con chi la ideò.
Charles Dickens morì improvvisamente l'8-6-1870, dopo aver lavorato per tutto il giorno al romanzo, quando nessun indizio lasciava presagire la fine imminente. Fu riportato che, durante il pranzo, il romanziere si alzò improvvisamente per annunciare che si sarebbe recato a Londra immediatamente. Ma non riuscì a spiegarne la ragione, perché un attimo dopo crollò a terra a causa di un'emorragia cerebrale.
Pur contornato dall'affetto delle sue donne, Ellen Ternan, Georgina e Kate Hogarth, Dickens non
riprese più conoscenza e il giorno successivo, il 9-6-1870, spirò. Anzi, la notizia della sua morte, fu per tutti come aver appreso un lutto di famiglia, anche se risentirono di più i bambini che si possono rappresentare nella domanda che fece uno di loro, all'epoca, con le lacrime agli occhi: E' morto Dickens? Allora morirà anche Babbo Natale!. Il romanziere è infatti conosciuto dai bambini soprattutto per la famosa raccolta dei canti di Natale.
Il 14-6 fu sepolto nell'Abbazia di Westminster, sacrario al pari della nostra S. Croce di Firenze, dei maggiori poeti e scrittori britannici, tra cui Shakespeare, Marlow, John
son, James, Tennyson, Thomas, Byron,Kipling e Jane Austen.

CONCLUS
IONI
Sia nella pri
ma casa di Dickens, nella Londra bene dell'800 vittoriano, sita a Camden, in Doughty Street, 48, che a Westminster io ci sono stata…non potevo perdermi la gioia e l'emozione di vedere le stanze della sua elegante casa a tre piani, il salotto dove riceveva gli amici letterati in compagnia della moglie; il suo privè, la sua stupenda biblioteca, con i suoi manoscritti e le edizioni autentiche dei suoi romanzi. Perfino la lavanderia, nel seminterrato, ha mosso in me qualcosa che va oltre la semplice ammirazione per questo geniale scrittore "ignorante".
Vedere dove ha vissuto, ideato e steso i suoi romanzi, con le stampe dei personaggi appese lungo le pareti, vi assicuro, dà una vera e propria scossa emotiva. Non parliamo poi della sensazione, a dir poco, devastante che si prova di fronte all
a sua tomba, ammesso che sia un autore ammirato! Sapere che lì dietro a quella lastra di marmo c'è il tuo scrittore preferito… non si può descrivere. Né si può descrivere la sensazione che dà il sapere che in un luogo come Westminster siano concentrati tutti i massimi esponenti della letteratura britannica (ci sono anche Geoffrey Chaucer e Walter Scott), unita alla consapevolezza che lì, proprio lì, giacciono le prime due regine inglesi, le sorelle Tudor, Maria I, la sanguinaria ed Elisabetta I, la grande, la "regina vergine", personaggio che conoscete già e che, chi mi segue, sa quanto ammiro, l'una di fianco all'altra.
La ciliegina sulla torta sarebbe stato avere anche lì anche Enrico VIII e la regina Vittoria, ma sono entrambi sepolti, rispettivamente vicino ai propri coniugi (re Enrico è a dire il vero, vicino alla sua terza consorte, Jane Seymour, la madre del suo unico figlio maschio legittimo, il futuro Edoardo VI, a Windsor e mi rendo conto di pretendere tropp
o, anche se molti si staranno chiedendo il motivo di questa mia passione per dei morti stecchiti di tanti secoli fa!
Non lo so, rispon
do. E' una passione, questa, per la storia, la letteratura e la musica inglese che mi divora da quando ero bambina e conobbi i Beatles, pur essendosi ormai, allora, sciolti da quasi un decennio, né intende spegnersi!
Dickens, credetemi, è un autore da leggere anche perché non è pesante e noioso. E' brioso e commovente e vi riserverà in romanzi come DOMBEY & SON e BLEAK HOUSE, momenti di puro divertimento alternati ad altri di profonda commozione.
Leggetelo, amici, senza lasciarvi spaventare dalla mole dei suoi volumi, perché alla fine non vi accorgerete neanche di aver letto dei libri così lunghi, tanto sono piacevoli e scorrevoli nello stile.


This post is for my dear welsh friend, Alison,
my favourite teacher of English.
Love, Lena.